LA NOSTALGIA FELICE Amélie Nothomb

LA NOSTALGIA FELICE Amélie Nothomb Recensioni Libri e News UnLibro

LA NOSTALGIA FELICE, di Amélie Nothomb (Voland)

Alla nostalgia associamo spesso il sentimento della tristezza, o al limite, una malinconia per qualcosa che non si è vissuto. La nostalgia giapponese, “Natsukachii”, è invece una nostalgia felice. Un sentimento che sprigiona energia, una sorta di “madeleine proustiana” in cui l’amore fiorisce.

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“E tutto quello che amiamo diventa racconto “dice la Nothomb.

In questo libro non c’è una vera e propria storia; nasce da un documentario su un viaggio in Giappone dell’autrice, dopo molti anni di assenza, per incontrare i luoghi e le persone del passato.

Incontra l’anziana tata, che l’aveva accudita fino a cinque anni (foto in copertina), il suo primo fidanzato, Rinri, lasciato a pochi giorni dal matrimonio, e un Giappone con le conseguenze del disastro nucleare di Kukushima.

E’ un viaggio all’origine che la porta in contatto con la parte di lei che ha dovuto affrontare conflitti, separazioni e abbandoni.

 

 

Ed è un altro addio da raccontare per cui, sembra, quasi non trovare le parole per definirlo.

“-Più di vent’anni fa mi hai insegnato un aggettivo utile – dichiara Rinri serio e concentrato.

-Ah sì?

– Indicibile. Oggi è indicibile.

Me ne ricordo. Lo pronuncia appena un po’ meglio di quando aveva vent’anni. Perché è commosso, anche lui. Il nostro abbraccio è breve ma intenso. Corro a rifugiarmi nel taxi. Salva, respiro. Rinri aveva ragione, come sempre. E’ indicibile.”

La sua capacità di raccontarsi dal più profondo e di mantenere al contempo uno sguardo esterno lucido su se stessa lasciano al lettore uno spazio, in cui tenerezza e morbidezza, vi avvolgeranno.

 

Frugando nel passato degli altri, si corre il rischio di rivivere il proprio.

Non con tristezza, però.

Con delicatezza.

Un viaggio che consiglio a tutti.

“Se il tempo misura qualcosa in un essere umano, sono le ferite. Penso di averle ricevute né più né meno di chiunque altro: e dunque molte. Lungi dal corazzarmi, questo comune destino mi ha messo il cuore a nudo. Le mie reazioni sono più forti di prima”

“L’imbarazzo è uno strano difetto del centro di gravità: può provarlo solo una persona con un nucleo che è rimasto fluttuante. Le persone solidamente centrate non capiscono di cosa si tratti. L’imbarazzo presuppone un ‘ipertrofia delle percezione, da cui deriva l’educazione delle persone imbarazzate, che vivono solo in funzione degli altri”

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