LA PASSEGGIATA, di Robert Walser
“Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera”.
Appena finito di leggere questo libricino, chicca per pochi -ne sono sicura- mi sono venuti in mente i versi ermetici di Salvatore Quasimodo.
“La passaggiata” inizia in un mattino assolato, pieno di buoni propositi e farcito di ottimismo, e si conclude in un nostalgico, quanto consapevole, amaro e inaspettato crepuscolo.
In uno stile, inizialmente solenne e impettito e successivamente malinconicamente sommesso, Robert Walser, attento osservatore solitario, con la sua passeggiata si colloca tra il “raggio di sole” e “ed è subito sera” del nostro poeta siciliano colmando quello che quest’ultimo ha volutamente sottinteso.
Perché “La passeggiata” è la metafora della vita; il percorso dell’uomo tra le inebrianti bellezze reali che continuamente lo incantano, le contraddizioni inaspettate, le gioie e le tristezze, ed è il tentativo poeticamente disperato di interagire con le figure più disparate, dalle più amabili alle più inquietanti che popolano il mondo, fino a quell’inevitabile crepuscolo.
Ma per arrivare ad apprezzare Walser è necessario, a mio avviso, rileggere più di una volta “la passeggiata” in quanto non è sufficiente una sola lettura, si rischia di essere travolti dalla forza di uno stile pomposo e artificioso e perdere quella incantevole e personalissima poetica che fa di Robert Walser un equilibrista sulla corda della vita, psichicamente sobrio, alieno al richiamo selvaggio dei sentimenti e nondimento travolto dalla mestizia del tramonto.
“E così la florida vita, tutti i bei colori allegri, ogni gioia di vivere e umano significato, l’amicizia, la famiglia e la donna amata, l’aria dolce e piena di lieti, felici pensieri, le case paterne e materne, le care strade note, la luna e il sole alto e gli occhi e i cuori degli uomini, tutto un giorno dovrà scomparire e morire”
Dedicata a Silvana Zara che me ne ha consigliato la lettura
Recensione di Patrizia Zara
Commenta per primo