LA PERLA, di John Steinbeck
Poco più di cento pagine per raccontare il sogno di Kino, la grande illusione di poter dare finalmente una svolta alla vita misera e faticosa di un pescatore di perle messicano. In un giorno come tanti, dentro una conchiglia come tante, la perla perfetta. La Perla del Mondo.
E la piccola comunità di pescatori si stringe intorno a Kino e alla sua famiglia, la loro gioia è la gioia di tutti, per affetto ma anche per speranza; perché se è successo una volta vuol dire che può succedere ancora.
Bisogna vendere la perla e dare vita ai desideri: abiti nuovi, sposarsi in chiesa, un rampone per sostituire quello vecchio, magari un fucile. E i soldi per fare studiare il piccolo Coyotito.
Ma “al povero va sempre male”, come diceva Ovidio e quindi mai nessuna disgrazia fu tanto funesta per Kino come quel colpo di fortuna. L’avidità, la cattiveria, il materialismo dell’essere umano non sono certo tematiche inesplorate e forse questo racconto lungo non è a livello delle altre opere.
Ma leggere Steinbeck è sempre bello anche se a volte molto triste; Kino e la sua famiglia sono onesti, umili e circondati da affetto. Ma sono soprattutto poveri, quindi indifesi di fronte alle ingiustizie. Questa legge degli uomini, purtroppo, sembra impossibile da cambiare.
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