LA PESTE, di Albert Camus
Vi devo ringraziare perché questo libro l’ ho scoperto sul gruppo.
Pur parlando di un evento di una drammaticità sconfinata, l’ ho trovato equilibrato, dosato, bilanciato; in altre parole PERFETTO.
È una testimonianza fedele che mette da parte le parole, le attese, le emozioni personali dei protagonisti, e riporta soprattutto le azioni, i documenti, le voci concrete di quello che accade.
Ciò non toglie spessore alla storia, anzi, le dona il carattere dell’ universalità. Non è un racconto che riguarda solo una manciata di persone, è un racconto universale, antico quanto l’ uomo, che parla dei flagelli che ciclicamente colpiscono il mondo, non solo di peste.
C’è un atteggiamento profondamente realista ; nel dramma della storia umana non si può accettare nessuna concezione ottimistica dell’ esistenza, eppure non ci si abbandona al nichilismo. Non ci si arrende, si fa; si agisce e ci si adopera per mitigare la sofferenza e, eccezionalmente, per fare qualcosa di bene.
Non si spera, piuttosto ci si rassegna a portare avanti il proprio dovere; ci si OSTINA A VIVERE. Ecco la debolezza e la forza degli uomini, nel corso dei secoli e secoli, amen.
Insomma, per me è uscito un quadro di grande profondità e allo stesso tempo di notevole tatto, delicatezza; ti ferisce ma non ti squarta anzi, alla fine ti porge il cerotto.
Bellissimo, uno dei libri migliori mai letti.
Lascio un estratto che ho amato molto:
“Forse,” rispose il dottore, “ma sa, io mi sento più vicino agli sconfitti che ai santi. Non provo granché interesse, credo, per l’eroismo e la santità. Quel che mi interessa è essere uomo.”
Tarrou si scosse:
“Sì, cerchiamo la stessa cosa, ma io sono meno ambizioso”
Recensione di Nicoletta Tamanini
Sempre di A. Camus potete leggere la recensione Lo straniero
Grazie per la bella e interessante recensione, ho voglia di leggerlo!
Un sorriso
Ondina 🙃🙂