LA PICCOLA DORRIT, di Charles Dickens (Einaudi)
Devo ammettere che con questo libro l’unica vera difficoltà che ho incontrato è stata trovarlo, la gran parte delle edizioni in commercio, infatti, non sono integrali ma presentano una versione ridotta delle vicende narrate; ho quindi acquistato la versione edita da Einaudi e ho potuto constatare come, nonostante il numero considerevole di pagine, l’intera storia sia estremamente affascinante e coinvolgente, al punto da esaurirsi nel giro di pochi giorni.
La piccola Dorrit, una giovane ventenne che da sempre si prende cura del padre rinchiuso da molti anni per debiti nella prigione londinese di Marshalsea, è segretamente innamorata del giovane amico di famiglia Arthur Clennam, ma un’improvvisa eredità cambierà completamente la sua vita. Dickens ci offre una nuova e suggestiva storia della povera gente, da sempre a lui cara, e degli stravolgimenti nella società quando le sorti degli ultimi si rovesciano.
L’autore presenta ancora una volta un omaggio ai grandi valori degli umiliati e offesi e lancia la sua pesante accusa alla società borghese, dipinta con tratti al limite del grottesco, e alla burocrazia (geniale il passaggio in cui Arthur cerca l’ufficio che gli dia delucidazioni circa la situazione debitoria della famiglia Dorrit). Non da meno vi troviamo un grazioso omaggio all’Italia e al suo popolo, molto stimato da Dickens: uno dei personaggi secondari, Giambattista Cavalletto, è italiano ed è un servitore onesto e di cuore.
Un romanzo davvero affascinante, dove non mancano i momenti commoventi e quelli più irritanti, e dove si erge a eroina e simbolo di tutto ciò che c’è di buono al mondo la piccola Dorrit, uno dei personaggi più belli della prosa dickensiana, tanto devota al padre alla sua famiglia quanto determinata nei suoi sentimenti genuini e privi di alcuna malizia.
Recensione di Enrico Spinelli
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