LA RAGAZZA DEI LUPI. La mia vita selvaggia tra i lupi italiani, di Mia Canestrini (Piemme – giugno 2020)
Un po’ saggio scientifico, un po’ autobiografia e anche un po’ romanzo è lo straordinario racconto di nove anni di vita con il più affascinante animale che vive sul nostro pianeta, quello che assomiglia più a noi, il Lupo. L’autrice, una giovane ricercatrice italiana che si autodefinisce “lupologa”, racconta, in meno di duecento pagine, con un ritmo serrato e con uno stile personalissimo ed effervescente, nove anni di vita con i lupi.
Vita con i lupi, certamente, perché definirli nove anni di studio sarebbe riduttivo. Eccola quindi percorrere in lungo e in largo migliaia di chilometri fra i recessi più selvaggi e inaccessibili dell’Appennino a raccogliere escrementi di lupo per l’identificazione individuale con il DNA, eccola armeggiare con i sofisticati macchinari dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nell’analisi di quanto ha potuto raccogliere, eccola elaborare i dati, eccola mentre svolge opera di divulgazione scientifica in convegni in Italia e all’estero o in televisione o magari mentre discute con pastori e agricoltori di una sconosciuta località del centro-Italia. Eccola ancora mentre viene strappata al suo tempo libero o ai suoi familiare per correre in soccorso di un lupo ferito in un incidente stradale e seguirne il recupero.
La nostra lupologa identifica questi nove anni di attività con il Lupo in maniera così forte da diventare quasi dolorosa. Il Lupo è al centro della sua vita, dei suoi pensieri, del suo tempo e la osserva discreto e sornione da vicino in ogni occasione di lavoro, di studio ma anche di svago.
Insomma una storia di vita ma anche uno sguardo acuto e mai ipocrita su un tema ambientale delicatissimo come la veloce riconquista di ampi spazi territoriali da parte di questo incredibile animale con tutto quello che comporta e con l’inevitabile contrapposizione nell’opinione pubblica tra chi ama i lupi e chi vorrebbe cancellarli.
Il libro è scorrevole e il meccanismo narrativo è originale. L’autrice parte da sé stessa e dalla sua esperienza, ci porta con lei nelle lipide notti di luna sull’appennino Tosco-Emiliano a richiamare i lupi col metodo del wolf-howling (che consiste nell’emettere ululati di lupo preregistrati e censire i lupi presenti in base alle loro risposte), e, leggendo il libro, sembra quasi di sentire il freddo vento dei crinali appenninici e l’inquietante ululato di questo antico predatore. Una impostazione completamente diversa da altri libri che ho letto, sul lupo o su altre specie, che spesso si concentrano solo su aspetti strettamente scientifici diventando mortalmente noiosi.
Nonostante questo tipo di approccio il libro non è meno scientifico e rigoroso, anzi ha il merito di scattare una fotografia aggiornata della realtà di questa specie in continua, veloce evoluzione in Italia e in tutta Europa.
Un libro che consiglio se vi piace la natura e il lupo in particolare
Recensione di Stefano Benucci
LA RAGAZZA DEI LUPI. La mia vita selvaggia tra i lupi italiani, di Mia Canestrini
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