LA RICAMATRICE DI WINCHESTER, di Tracy Chevalier
La storia si svolge in Inghilterra nell’arco di due anni, dal 1932 al 1934. Violet ha trentotto anni, vive con la vecchia e scorbutica madre a Southampton, non è felice: ha perso un fratello e il fidanzato in guerra, considerata ormai da parenti e amici una vecchia zitella, trascina le sue giornate accudendo la madre.
Un giorno decide di affrancarsi da tutto questo: lascia la casa materna, approda a Winchester, cerca un lavoro come dattilografa, un buco di casa tutto suo. Per un caso fortuito, incontra il gruppo di ricamatrici dei famosi cuscini della Cattedrale, di cui entra a far parte.
Incontrerà tutta una tipologia di donne e anche i campanari della chiesa, da cui apprenderà i segreti dei concerti delle campane. Attraverso l’arte seppur antica del ricamo, riuscirà a dare una svolta alla sua vita, da sempre cercata ma mai realizzata fino in fondo.
Non dobbiamo pensare che Violet sia il classico esempio di donna scialba e noiosa, tutt’altro: ha un bel carattere aperto, grandi potenzialità e capacità di giudizio, purtroppo sempre compressi dalla gretta mentalità dell’epoca.
Il tema è molto interessante, peccato che la trama, dopo un ottimo inizio, si appiattisca e si carichi di particolari poco interessanti. Il finale risolleva il racconto, con un colpo inaspettato. Il mio giudizio complessivo è solo discreto, non è – a parer mio – uno dei libri migliori di questa autrice.
Recensione di Carla Maria Cappa
LA RICAMATRICE DI WINCHESTER Tracy Chevalier
Commenta per primo