LA SCUOLA CATTOLICA Edoardo Albinati

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LA SCUOLA CATTOLICA, di Edoardo Albinati

1294 pagine, un volumone tipo vocabolario, di cui mi interessava il tema, l’insegnamento in una scuola di preti, frequentata esclusivamente da maschi, il delitto del Circeo maturato nella mente di giovani cresciuti in quella scuola e nel quartiere Trieste a Roma, un quartiere di buona borghesia, con sue precise caratteristiche.

Il libro è e non è un romanzo, fluviale, da inondazione quasi, senza un quadro organizzativo di base; sembra nascere dal caso, dall’emergere occasionale di un dettaglio o di un volto.

Si sviluppa come un inarrestabile mostro, per centinaia e centinaia di pagine, ma non trova mai un nucleo intorno a cui aggregarsi, dal quale trarre linfa e logica.

Il delitto appare e scompare (perché nascondere parzialmente i nomi degli autori, visto che sono noti all’universomondo?), il quartiere viene analizzato nelle sue componenti per lo più negative, i ricordi di scuola (maestri, compagni, situazioni) riemergono e scompaiono continuamente.

Parlandone, si corre il rischio di cadere nella logorrea dell’autore.

In sintesi: cosa vuole dimostrare Albinati? Cosa aggiunge di nuovo a quello che si sa già sulla scuola cattolica e i danni che comporta, sulla borghesia e la sua involuzione, sul marcio che alligna anche nelle cosiddette ” migliori famiglie”?

Che importanza ha il suo mettersi sempre al centro di tutto, il suo raccontarci vicende personali, di cui si compiace anche nel negativo?

A che serve infine questo libro mastodontico, disordinato, scritto, credo, in tempi diversi senza seguire alcun filo logico?

Aggiungo che presenta molti errori di forma (che sulle prime ho preso ad evidenziare, visto che chi ha insegnato non smette mai di farlo(!), ma poi ho smesso, stanca), come se non ci fosse stata una revisione, una rilettura.

Non avevo mai letto Albinati e non credo che leggerò ancora qualcosa di suo.

Solo alcuni passaggi mi sono piaciuti, specie nelle memorie scolastiche, ma pochi, troppo pochi per 1294 pagine!

Recensione di Clara Simone

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1 Comment

  1. Buonasera Edoardo,

    sto leggendo per la seconda volta “La Scuola Cattolica”. La prima volta stavo attraversando una grave crisi matrimoniale e mi è stato facile condividere il suo punto di vista sugli uomini. Brutto errore da parte mia.

    Questa idea che la madre sia il seno concesso o negato è una cagata pazzesca, come la corazzata Potemkin. Ma che seno? La madre c’è, ti parla, ti tocca, ti avvolge, e passa un periodo infernale perché amare un neonato in attesa che cresca è un’impresa. La cosa più difficile che io abbia fatto in vita mia e l’unica cosa che valga davvero la pena di fare. Non si scodella una persona, le si è vicino e la si fa crescere.

    Tutti questi cazzi e queste fighe. OK per chi non è equilibrato. Per quanto mi riguarda, con tutte le mie limitazioni, io ho partorito e cresciuto PERSONE. Le ho amate e le amo. Poi loro possono fare quello che vogliono della loro vita, ma nel mio wishful thinking non odiano il fatto di stare al mondo e non odiano una povera crista che li ha voluti e che li ha immessi nel traffico della vita.

    Non ho trovato amore nei suoi libri, eppure è la cosa più difficile e più importante. Lei ha avuto una mancanza di affetto da piccolo? L’hanno chiamata “AMOOREEE!!” senza sapere che cosa stavano dicendo? Ne ho visti tanti, coetanei dei miei figli, crescere frustrati per tutto questo AMOOREE finto.

    Mi scusi ma il cinismo non fa mai bene. Se il mondo va avanti è proprio per l’amore (quello vero, impegno fatica affanno preoccupazione condivisione ed esempio) all’interno di una famiglia. Il contatto con i genitori dà la ragione di vivere. Non c’è altro.

    Lei finisce il suo libro con un’epifania stile “volemose bene” che non convince. Io non credo ad altro se non al fatto che essere una donna e una madre è la cosa migliore e peggiore che possa capitare a una persona. Migliore è ovvio, peggiore perché nessuna di noi saprà mai se ha fatto bene o ha fatto un disastro, a prescindere dalle nostre migliori intenzioni e da tutta la fatica che abbiamo profuso.

    A proposito, ma lei ha presente che cosa vuole dire PERSONA?

    Io sì, e credo anche i miei figli. Sarei contenta se mi spiegasse. Evidentemente lei crede in qualcosa se insegna in carcere. E’ solo l’ultima versione delle pie donne della Caritas? La fa sentire virtuoso, superiore? Superiore a che cosa. Siamo tutti esseri umani che fanno del loro meglio, sempre che siamo in buona fede.

    se riesco a immettere correttamente tutti i miei dati mi farebbe piacere avere una sua risposta.

    ps – come le dicevo sto rileggendo il suo libro. è spietato e mi sta bene, ma non condivido il nichilismo

Commenti

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