LA SIGNORA DELLE FIANDRE, di Giulia Alberico (Piemme – maggio 2021)
Protagonista del romanzo è Margherita d’Austria, figlia naturale dell’imperatore Carlo V.
Riconosciuta e molto amata dal padre, riceve un’educazione raffinata e rigorosa degna di una principessa destinata a svolgere importanti ruoli nello scacchiere diplomatico – politico del suo tempo. Moglie appena sedicenne di Alessandro dei Medici, che muore in un attentato dopo solo sei mesi di matrimonio, è costretta, suo malgrado, a sposare Ottavio Farnese, diventando duchessa di Parma, Piacenza ed alcuni possedimenti in Abruzzo, tra cui la città di Ortona, dove si ritirerà per trascorrervi i suoi ultimi anni, insieme a Greta, la sua fedele dama di compagnia.
“La mia vita è stata lunga e piena. Ho traversata gran parte d’Europa, ho viaggiato soprattutto per l’Italia, ho incontrato uomini e donne d’ogni tipo, ma, a pensarci bene, sono vissuta molto sola. (….) Da sempre provvisoria e pronta all’obbedienza che m’avrebbe destinata a risiedere altrove.”
Per volere del fratellastro Felipe di Spagna, deve accettare la reggenza delle Fiandre dove resterà fino a quando, con un nuovo ordine, non dovrà abbandonare quelle terre sconvolte da sanguinose guerre religiose.
Nella quiete della sua ultima dimora, Margherita ricostruisce a ritroso, le tappe più importanti della sua vita e, come la Beatrice di Dante, ci conduce per mano alla scoperta della sua epoca, che non funge da cornice al romanzo, ma diventa essa stessa protagonista insieme agli altri personaggi che si incontrano e si scontrano in un complesso gioco di intrecci politici ed economici. La Madama, così viene ricordata Margherita d’Austria, ci fa scoprire le luci e le ombre di quel mondo che lei ha attraversato in lungo, in largo e in profondità, fotografandone, con le sue emozioni, i suoi dubbi, le sue aspettative ogni angolo, anche il più nascosto e il più inaccettabile. In ciascuno riesce sempre a trovare significative rivelazioni che coinvolgono il lettore, inchiodandolo alla pagina.
La Alberico, con la sua scrittura raffinata ed incisiva, senza inutili compiacimenti stilistici, ci mostra la solitudine, il dissenso, il pianto di un personaggio che, nonostante l’obbedienza ai voleri del padre e del Papà, riesce sempre a mettere a nudo la sua appassionata umanità e la forza interiore di chi fu, soprattutto, una grande donna
Recensione di Lella De Maria
LA SIGNORA DELLE FIANDRE Giulia Alberico
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