LA SINDROME DI RÆBENSON Giuseppe Quaranta

LA SINDROME DI RÆBENSON, di Giuseppe Quaranta (Blu Atlantide)

Mi sono trovata, casualmente, a “dover” leggere questo libro, e confesso, di essermici avvicinata con qualche pregiudizio e molto scetticismo. E’ stata invece una bellissima sorpresa.

L’autore è un giovane psichiatra che lavora all’ospedale di Pisa e questo è il suo primo romanzo.

L’argomento che tratta, personalmente, l’ho trovato intrigante e mi ha conquistato fin dall’inizio. Parla della sindrome di Ræbenson che non esiste in nessun manuale di diagnostica e che condurrebbe ad una sorta di immortalità, impedendo a chi ne è afflitto di morire di morte naturale.

La voce narrante è un amico psichiatra del protagonista Antonio Deltito, psichiatra anch’esso. Antonio lavora, ha una vita soddisfacente ed una compagna deliziosa. Inizia però ad avere dei disturbi psichici: un’alterazione della visione dei colori, amnesie, improvvisi e gravi sbalzi di umore. Viene ripetutamente ricoverato e durante uno di questi ricoveri, Antonio, prostrato dalle sue condizioni, rivela di sapere esattamente la natura della malattia che lo affligge. Si tratta della sindrome di Ræbenson. La storia si fa subito accattivante ed inquietante.

L’autore tesse la trama in maniera magistrale, usando verità scientifiche e suggestioni filosofiche; ho trovato affascinante questa mescolanza e ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un romanzo non classificabile in una categoria. Il romanzo rasenta la fantascienza e il gotico ponendo continuamente al lettore domande su quanto sia veramente possibile conoscere la mente umana. Una lettura non semplice ma molto, molto avvincente che io ho letto come un thriller.

Una scrittura colta, con molti riferimenti storici e letterari oltrechè scientifici, affascinante ed appagante. Una storia che rimane dentro la mente del lettore.

L’autore ha scritto a proposito del suo libro:

“Ho riflettuto su cosa significhi avere una malattia psichiatrica, sulla difficoltà che c’è spesso di comunicazione tra chi ha un disturbo psichico e i suoi conoscenti, sul fatto che molto spesso le diagnosi siano insufficienti per esprimere i vissuti di ciascuno, e che la sindrome di Ræbenson, nella sua irrealtà, non sia meno reale di tante diagnosi codificate nei manuali diagnostici e che sono però lontane dal buio di solitudine e disperazione in cui sono molti”.

Di Maria Carla Rosano

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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