LA STORIA DEI MIEI DENTI, di Valeria Luiselli (LNF La Nuova Frontiera)
Gennaio del 2020 terminò per me con l’estrazione di tre denti a cui seguì una potente influenza. Così, non fu per caso che durante il periodo di autoconfinamento mi cadde l’occhio su questo titolo: “La storia dei miei denti”. Ne proposi l’acquisto alla nostra mai troppo lodata Biblioteca civica torinese ed il libro arrivò più o meno nello stesso periodo in cui mi sono stati impiantati i nuovi denti. Direi che mai altro romanzo fu altrettanto intrecciato alla mia vita…
Valeria Luiselli, nata a Città del Messico nel 1983, apre il suo romanzo così “Sono il miglior banditore d’asta del mondo, ma non lo sa nessuno perché sono un tipo discreto. Il mio nome è Gustavo Sanchez Sanchez, ma la gente mi chiama, credo affettuosamente, Autostrada. Posso imitare Janis Joplin dopo un paio di rum e cola. So interpretare i biscotti della fortuna cinesi. Riesco a far stare un uovo di gallina dritto sul tavolo, come faceva Cristoforo Colombo. So contare fino a otto in giapponese: ichi, ni, san, shi, ko, loko, sichi, hachi. So fare il morto a galla.”
In questo incipit c’è tutto ciò che troverete nel libro: leggerezza, surrealismo, ironia e scrittura rigorosa.
Gustavo nasce brutto, coperto di peluria scura e con quattro denti prematuri in bocca. I primi che incontreremo in questa storia, subito prima di quelli di Marilyn Monroe che Autostrada si aggiudicherà ad un’asta facendoseli poi impiantare in bocca: “Finita l’operazione, per molti mesi non riuscii a smettere di sorridere. Mostravo a tutti quanti la mezzaluna del mio nuovo sorriso e, quando passavo davanti a uno specchio o a una vetrina che rifletteva la mia immagine, mi levavo il cappello facendo un inchino galante e mi sorridevo dal solo”.
E’ Autostrada a raccontare la sua vita: un padre che si strappava le unghie a morsi, i suoi lavori alla fabbrica di succhi dove diventa responsabile “della gestione delle crisi del personale dell’azienda, l’incontro con la Magra diventata poi cicciona e madre del figlio Buddino, e poi con le altre donne della sua vita – la Vania, la Veno e la Vero – il collezionismo e l’approdo, dopo lunga formazione, al mestiere di banditore d’asta.
Quando il parroco di Sant’Apollonia gli chiede di mettere a disposizione una parte della sua collezione per un’asta destinata a rimpinguare i fondi della chiesa, Autostrada decide di metter a disposizione i denti che si era fatto estrarre per sostituirli con quelli di Marilyn.
“Vi racconterò le affascinanti iperboliche di tutti questi denti e vi invito a portarveli a casa” perché “ognuno di essi racchiude una storia di piccoli insegnamenti, e parallelamente ci ricorda il vero significato di […] Occhio per occhio, dente per dente, [….] non un invito alla rappresaglia vendicativa, ma un’esortazione a rendere giustizia ai particolari, perché Dio si trova nei particolari dei denti”. Tra l’altro quest’ultima affermazione mi ha particolarmente illuminata sullo sconforto emotivo che mi hanno provocato nella mia vita le estrazioni dei denti.
Così Sanchez spaccerà il primo dente in asta come appartenente niente meno che a Platone, il secondo ad Agostino d’Ippona e via via fino ad arrivare al dente dello scrittore spagnolo Enrique Vila-Maras.
Il romanzo si dipana per tutta l’esistenza di Autostrada attraverso storie surreali, irridenti e divertenti in cui appaiono nomi che scaturiscono dall’officina culturale della Luiselli, da Primo Levi a Fancioulle, da Youshimoto a Petrarca, a Siddharta mescolati a personaggi di fantasia.
Un romanzo veramente piacevole.
A chi si avvicina per la prima volta al romanzo suggerisco però di partire dalla lettura dell’epilogo e cioè dalle motivazioni per cui è stato scritto. Non si riceveranno anticipazioni sulla trama, ma apparirà chiara fin da subito la straordinarietà di questo testo. Altro suggerimento potrebbe essere quello di annotarsi via via i nomi dei personaggi in ordine di apparizione.
Quando ho capito che certi nomi non comparivano a caso, ho iniziato a leggere il libro con Google a fianco. A molti non sarà necessario, ma per la mia lacunosa formazione culturale è stato indispensabile.
Insomma, massimo divertimento e accrescimento culturale: che cosa volere di più da un romanzo? Tant’è che ho deciso di acquistarlo per poterlo leggere e rileggere con diversa consapevolezza.
Recensione di Laura Pianta
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