LA STORIA SEGRETA DELLA RIVOLUZIONE, di Hilary Mantel
Attraverso la biografia di Desmoulins, Robespierre e Danton, trasformati in efficaci personaggi letterari, il romanzo racconta le vicende che portarono allo scoppio della Rivoluzione Francese e poi al Terrore.
L’idea non è nuova: ci aveva già pensato Victor Hugo, tra gli altri, a trasformare in personaggi da romanzo quelli che già sono stati protagonisti della Storia.
Hilary Mantel riesce a creare un romanzo asciutto, basato saldamente su fonti verificabili, limitandosi a raccontare i fatti storici sotto forma di romanzo, con un numero limitato di dialoghi intervallati da lunghe descrizioni; il romanzo ha quasi 25 anni, quindi non ha il ritmo narrativo che l’evoluzione del romanzo storico più recente ha preso: niente scene piccanti ma linguaggio sorvegliato e analisi psicologica molto intellettuale.
E allora, che senso ha il titolo italiano che l’editore ha inventato di sana pianta per A place of greater safety, col quale si è voluto portare in Italia un bel romanzo, ma non certo memorabile, di una scrittrice nota in patria per lasua attività di critica e scrittrice politica, mentre da noi si sono sprecati i paragoni con Jane Austen, del tutto fuori luogo, su riviste mirate a interessare un tipo di lettore ben diverso da quello immaginato a suo tempo dall’autrice? Inoltre, il libro è stato scriteriatamente sezionato in tre volumi, per sfruttare la moda delle saghe, frammentando un racconto che già di suo è abbastanza lento, facendogli perdere mordente e ritmo, in un inutile gioco al massacro mirato solo a fare cassetta, senza rispetto di lettori e autrice: stessa cosa si può dire dalla traduzione, piatta, peggiorata dalla quasi totale mancanza di punteggiatura.
Peccato, perché in altra veste editoriale e in un altro momento, avrebbe potuto diventare il mio libro preferito.
Recensione di Valentina Leoni
LA STORIA SEGRETA DELLA RIVOLUZIONE Hilary Mantel
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