LA TESTA PERDUTA DI DAMASCENO MONTEIRO, di Antonio Tabucchi
” È una persona, disse, si ricordi questo giovanotto, prima di tutto è una
persona ”
Il racconto si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto.
Il 7 maggio 1996 un giovane cittadino portoghese viene ritrovato decapitato, dopo essere stato seviziato e brutalmente ucciso in un commissariato alla periferia di Lisbona.
Da qui Tabucchi parte con uno scritto che ha l’andamento di un thriller ma che è molto più di questo.
È una voce potente di denuncia verso un Paese incapace di staccarsi dalla mentalità dittatoriale del tempo.
Un ritratto spietato storico politico del Portogallo post Salazar.
Una riflessione profonda, trattata con lo stile incisivo e ironico tipico di questo scrittore, sul tema della tortura.
E poi ci sono le meravigliose descrizioni di Oporto e Lisbona. I profumi e i sapori che si riescono a sentire nei ristoranti delle viuzze. I dialoghi filosofici e le citazioni mai pesanti o enciclopediche.
È una lettura che amplifica la coscienza. Ci trascina e ci fa riflettere. Perché in fondo Oporto potrebbe essere una qualsiasi altra città europea.
Un grande romanzo. Un grande scrittore.
Recensione di Nicoletta Viberti
LA TESTA PERDUTA DI DAMASCENO MONTEIRO Antonio Tabucchi
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