LA TRACCIA DELL’ANGELO, di Stefano Benni (Sellerio)
Finora non avevo mai letto nulla di Benni, ho approfittato di questa nuova iniziativa editoriale della Sellerio per colmare la lacuna.
È un bel romanzo che lascia spesso spaesati e confusi. Fin troppo onirico, giustificato però dall’argomento trattato: la salute mentale e il suo opposto.
Benni, in questo libro, compie un’accesa critica verso l’approccio medico volto all’arricchimento dell’industria farmaceutica, che non tiene conto dei danni provocati dall’uso improprio delle medicine. La seconda parte si sofferma sulla dipendenza causata dai farmaci e sui tortuosi processi di disintossicazione fatti di solitudine e delirio. Sono protagonisti del romanzo l’insonnia e gli scompensi neurologici, la follia pura e la speranza.
Benni è però famoso per la comicità dei suoi libri e infatti, la narrazione è colma di humor cinico e spietato, così il sarcasmo che non risparmia niente e nessuno. La comicità di Benni è fatta anche di assurdi giochi di parole che rendono surreale qualcosa che potrebbe essere terribilmente verosimile.
Un romanzo gradevole che lascia però un senso di smarrimento per il tema trattato e per il modo in cui è narrato.
“Magari tra venti anni, saremo invecchiati o non ci saremo più, passeremo attraverso risse politiche e sbronze, diventeremo santi o assassini, saremo esposti su una bancarella di roba usata, saremo già modernariato.”
Recensione di Emanuele Marino
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