LA TRILOGIA DEL RAGAZZO,di Jòn Kalman Stefànsson (Iperborea)
L’autore nasce come poeta, infatti i suoi primi lavori sono due volumi di poesie, ma non si troverà mai a suo agio in questa forma di scrittura, anche se la ritiene la più alta forma d’arte insieme alla musica, quella che più riesce a suscitare emozioni nell’animo umano. Ne legge tantissima e questo influisce molto nella sua prosa.
Nel secondo libro, il ragazzo viene accolto nella locanda, restituisce il libro ad un vecchio capitano di vascello ormai cieco, il quale vuole che impari a leggere bene ad alta voce in modo che possa ascoltare ciò che non riesce più a vedere. La proprietaria, è una ricca vedova tedesca, non troppo ben vista in paese, tutti nel villaggio, pensano che si sia sposata per interesse. Anche la domestica lo prende in simpatia. Sto scrivendo come un latino, prendere in simpatia in Islanda significa che ogni tanto gli rivolgeva la parola, o gli passava una mano sui capelli, naturalmente loro sono molto parchi nelle loro esternazioni, ed ogni cosa va interpretata, e anche il ragazzo ha difficoltà ad interpretare certi sorrisi o ammiccamenti. Gli comunicano che deve prima accompagnare un vecchio postino, sarà un duro viaggio, attraversare la brughiera sotto una costante nevicata ed un vento tagliente.
In questo terzo volume c’è la maturazione, tornato al villaggio, non riesce a dimenticare una ragazza conosciuta su al Nord. Anche la sua fame di poesia e di istruzione scema leggermente, e si piega ad un monotono tram tram del villaggio, tra trame di piccoli poteri tra i commercianti ed armatori locali.
Recensione di Massimo Garaventa
La tua assenza è tenebra Jòn Kalman Stefànsson
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