LA TRILOGIA DI FABIO MONTALE – CASINO TOTALE – CHOURMO – SOLEA, di Jean-Claude Izzo
“Nei romanzi di Izzo, prima o poi si piange”, scrive il giornale Le Monde.
Izzo ha dato vita, in questi tre romanzi, ad un connubio perfetto tra una storia noir/poliziesca dal ritmo trascinante (malavita, delinquenza, emarginazione sociale) e la sua inimitabile capacità di scavare nei sentimenti, nell’umanità di un personaggio che cerca di resistere in un mondo sporco, violento, tremendamente ingiusto, dove la vita e la morte troppo spesso si fondono in un unico dolore che non va più via.
Fabio Montale è un poliziotto dei quartieri nord di Marsiglia, più educatore che sbirro, con “i sentimenti a fior di pelle”, un lupo solitario con il cuore ferito, che si nutre della bellezza delle piccole cose:
…del blu del mare di Marsiglia che guarda dalla sua terrazza…
“DI FRONTE AL MARE LA FELICITÀ È UN’IDEA SEMPLICE”
…del profumo di menta e basilico della donna che ama e che ha perso, troppe volte.
“QUANDO PERDI QUALCUNO, ANCHE SE ORMAI NON C’È PIÙ, CONTINUI A PERDERLO PER SEMPRE”
…del buon vino e del buon cibo, che lo aiutano ad allontanare la morte.
…del passato, colonna portante della sua malinconica vita.
È un uomo sempre pronto a mettersi in regola con i ricordi, anche quelli che fanno più male, uno che non è mai stato capace di tenersi accanto le donne che ha amato, e che continua ad amare fuori tempo.
Senza speranza.
Lui che arriva sempre alla fine, in ritardo di una vita. E di una felicità.
Lui che odia le armi, la sopraffazione e più di tutto…il razzismo.
Sempre pronto a difendere le minoranze etniche immigrate, e a cercare il buono dove gli altri riescono a vedere solo il marcio ed il degrado.
(Quanta attualità ho trovato in queste pagine!).
Forse è quello che potrebbe essere definito un eroe perdente, meravigliosamente umano, e fedele ai propri valori ed ideali.
Un pessimista pervaso da un immenso amore per la vita.
Indimenticabile Montale.
E poi c’è Marsiglia, nel senso che Marsiglia vive e respira in queste pagine, non solo per la minuziosissima mappatura che Izzo ci fa di strade, quartieri e vicoli (personalmente non amo molto l’effetto “tuttocitta” nei libri), ma per quello che suscita in chi ci vive o in chi semplicemente l’attraversa.
Per le sue luci, i suoi colori, i suoi profumi, ma anche per le ombre in cui può inghiottirti.
Bellezza e violenza.
Marsiglia non regala niente, dà e toglie, e richiede azione, passione, sangue e amore.
“MARSIGLIA NON È UNA CITTÀ PER TURISTI. NON C’È NIENTE DA VEDERE.
LA SUA BELLEZZA NON SI FOTOGRAFA. SI CONDIVIDE.
QUI BISOGNA SCHIERARSI. APPASSIONARSI. ESSERE PER, ESSERE CONTRO.
ESSERE, VIOLENTEMENTE.
SOLO ALLORA, CIÒ CHE C’È DA VEDERE SI LASCIA VEDERE.
A MARSIGLIA ANCHE PER PERDERE BISOGNA SAPERSI BATTERE.”
E poi c’è la musica…c’è così tanta musica in queste pagine, colonna sonora degli stati d’animo di Montale, che meriterebbe un commento a parte, tutto suo.
È proprio vero, “nei romanzi di Izzo prima o poi si piange”…
Recensione di Antonella Russi
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