LA VALLE OSCURA, di Anna Wiener (Adelphi – novembre 2020)
Mi piaceva sentirmi a posto; adoravo sentirmi a posto. Sfortunatamente, volevo anche sentirmi bene. Volevo trovare un modo, finché potevo, per essere in contatto con la mia vita.
Questo é un libro che mi ha richiesto tempo, e non ho potuto fare a meno di concederglielo. Mi sono fidata del mio istinto che me lo ha fatto acquistare e della casa editrice, fino ad ora la Adelphi non mi ha mai deluso. E neanche con questo libro. Ho faticato ad entrare nelle corde del libro perché non ho capito subito che era una sorta di diario, di una confidenza, un memoriale.
E difatti é il racconto che l’autrice fa della sua esperienza nella Silicon Valley. App, star-up, disruption etc sono termini con cui la protagonista deve necessariamente prendere confidenza. In questo tuffo nel futuro dove tutto è imperniato sul lavoro e sulla devozione per la causa emerge un mondo maschilista, veloce, opportunistico, un tritacarne per chi non intenzione di vivere per lavorare e di pensare solo a quanto una app possa essere aperta ogni singolo giorno da un tot di utenti. La protagonista proviene dell’editoria quindi si sente “nel mondo degli unicorni”.
Ho dovuto affrontare 100 pagine prima di capire la potenza di questo libro, la lungimiranza, la forte umanità. Ho accolto questa confessione con attenta pazienza ed ho fatto mie le mille riflessioni fatte dalla protagonista. É un libro che fa riflettere su molte cose, sul lavoro, su internet, sulle donne, su ciò che intendiamo per futuro e libertà.
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