LA VILLA DELLE STOFFE, di Anne Jacobs (Giunti)
Primo volume della trilogia omonima
” Superò la Porta di Jakob e rallentò il passo. Nella zona orientale della città si apriva un nuovo mondo: non tranquillo e angusto come le stradine della città Bassa, ma rumoroso e ostile. Tra ruscelli e prati si ergevano fabbriche circondate da mura per tenere lontani i curiosi e sorvegliare i lavoratori…..Marie lo sapeva per esperienza. Chi lavorava lì dentro diventava insensibile come una pietra: sordo per il rombo dei macchinari, cieco per i vortici di polvere, muto per l’incapacità di formulare pensieri”.
Marie sta per lasciare (forse?!?) per sempre l’orfanotrofio perché ha trovato lavoro alla Villa delle stoffe, come la chiamano ad Augusta perché di proprietà di una delle famiglie più influenti nel campo tessile del paese. La casa è una specie di castello fatato, per chi come Marie viene dalla città Bassa, ma come tutti i castelli racchiude segreti oltre che magia. Intorno a questa ragazza un po’ ribelle e cocciuta ruotano uno stuolo di camerieri e domestiche che la trattano con invidia e sospetto oltre ai membri della famiglia Melzer. Nel romanzo troviamo buoni spunti di riflessione sulle condizioni dei lavoratori nelle fabbriche, sulle loro miserie nell’ Europa prebellica (il libro copre il periodo che va dall’autunno 1913 fino al giugno 1914).
Un libro nell’insieme piacevole, anche se privo di forti emozioni e sentimenti. Paragonato a Dowton Abbey da molti, in verità manca del suo brio e della sua frizzantezza, ma nell’insieme gradevole. Grazie a chi l’ha suggerito nel gruppo, ora non mi resta che leggere il secondo volume.
Recensione di Chiara Vicomario
LA VILLA DELLE STOFFE Anne Jacobs
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