LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI, di Elena Ferrante
Recensione 1
Il nuovo libro della Ferrante è ambientato a Napoli come “L’amica geniale” ma a differenza di quest’ultimo la protagonista è unica e non viene dal rione, ma appartiene alla media-alta borghesia, separata anche geograficamente dai quartieri popolari.
L’autrice vuole raccontarci lo sgretolarsi di un’educazione laica e di sinistra, di altissima qualità, come quella impartita a Giannina dalla sua famiglia, in particolare dal padre, professore di idee comuniste molto stimato.
Per una frase quasi banale pronunciata dall’amato padre sul suo aspetto, Giannina conosce il lato oscuro della sua famiglia. Il padre difatti viene da una famiglia povera che vive nella Napoli bassa, con cui ha rotto i rapporti perché se ne vergogna nel tentativo di elevarsi socialmente, in particolare con la sorella Vittoria, donna presentata come molto brutta e perfida, che la figlia riesce infine a conoscere.
Giannina subisce presto l’influenza della zia come del quartiere popolare in cui vive, come Elena ne “L’amica geniale” sentiva e subiva l’influenza del rione.
Conoscendo Vittoria, vengono piano piano alla luce le meschinità del padre, che nessuno sospettava e che ricorda vagamente l’innamorato di Elena sempre ne “L’amica geniale”, pure lui intellettuale di sinistra e pessimo uomo, mentre un braccialetto passa di mano in mano come un amuleto che porta sfortuna.
Una volta liberatasi dall’influenza del padre e messi radicalmente in discussione i valori e i comportamenti trasmessi dalla famiglia, Giannina fatica a trovare una strada tutta sua, diversa da quella del mondo bugiardo degli adulti e anche da quella di zia Vittoria, a cui teme di somigliare prima fisicamente e poi verso la fine spiritualmente, per la cattiveria che sente in lei.
Il finale tuttavia si rivela deludente e affrettato, perché non si capisce verso dove Giannina sarà proiettata con le sue scelte di rottura nella sua ricerca di autenticità, posto che sembra stagliarsi il vuoto intorno a lei. Non ci sarà un seguito purtroppo perché è stata smentita questa intenzione in un’intervista, sebbene sarebbe logico aspettarselo.
Il libro non può non piacere a chi ama la Ferrante perché ritrova le tematiche trattate in altri libri e lo stesso ambiente, anche se possono fare impressione le scene in cui la fisicità è descritta come brutta e quasi ripugnante.
Recensione di Eleonora Benassi
Recensione 2
“ L’amore è opaco come i vetri
Delle finestre dei cessi”
“La vita bugiarda degli adulti”(E/O 2019) è l’attesissimo libro di Elena Ferrante, pseudonimo dietro il quale ancora si cela la sconosciuta autrice, dopo il grande successo di quella che ormai viene chiamata la Tetralogia dell’amica geniale.
Sempre sullo sfondo di una Napoli che pulsa e vive tra i palazzi del Rione Alto di San Giacomo dei Capri e la zona industriale bassa, si snoda la storia dell’adolescente Giovanna Trada, figlia unica di due professori che insegnano al Liceo.
In quella casa piena di libri e di idee di “sinistra”, a Giovanna viene chiesto solo di studiare e di andare bene a scuola, perché è solo con lo studio che soprattutto il padre ha potuto emanciparsi e sfuggire al suo destino di sottoproletario.
Ma durante un piccolo screzio familiare, Giovanna sente una frase del padre che prospetta alla madre, per quella figlia fino ad allora coccolata e amata, un destino di “bruttezza” assimilabile a quello della zia Vittoria, sorella del padre con la quale la famiglia ha interrotto da tempo ogni rapporto. Da quel momento la vita dell’adolescente Giovanna cambia radicalmente e cresce in lei, impellente, il bisogno di conoscere questa zia descritta così malvagia e impresentabile come una vecchia strega.
Con un atto di coraggio la ragazzina va a conoscere la zia Vittoria scoprendo così un mondo assai diverso dal suo, sicuramente volgare ma pieno di vitalità, sguaiato ma passionale, pieno di contraddizioni ma anche di realtà che prima non riusciva a comprendere.
Dal conflitto tra questi due mondi inizia il percorso di Giovanna verso la crescita e l’età adulta, un percorso irto di menzogne in cui tutti cambiano continuamente faccia e prospettiva, mentre l’educazione da lei ricevuta si sfalda nel disvelamento degli inganni e delle simulazioni che gli adulti continuano implacabilmente a perpetuare per conservare la loro facciata. Il conflitto con la famiglia raggiungerà le vette più alte e Giovanna verrà destabilizzata da scoperte inimmaginabili che la condurranno precocemente alla maturità attraverso i tanti errori e le scelte sbagliate che anche lei sarà costretta a fare.
Attraversando tanti temi importanti come quello delle proprie origini, la fragilità dei rapporti amorosi e familiari, le amicizie maschili e soprattutto femminili, la cattiveria, l’odio, la voglia di riscatto identificata con un ampliamento della cultura finalizzato unicamente a questo scopo, la scoperta del sesso anche in spiacevoli declinazioni, la ricerca di autostima per bastare a se stessi, Elena Ferrante costruisce un romanzo di formazione che grazie alla sua scrittura elegante, evocativa e scorrevole una volta iniziato è impossibile mettere giù.
L’autrice non resiste però a compiere un piccolo o grande inganno verso i suoi lettori, un inganno che si rivela all’ultima pagina con un finale tronco che prelude ad un seguito se non addirittura alla prospettiva di una nuova serie che possa duplicare il successo della sua precedente.
Recensione di Maristella Copula
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