L’ACQUAIOLA, di Carla Maria Russo
Una storia dolorosa di sfruttamento e di miseria, raccontata con stile monocorde. Maria, l’acquaiola, trascorre la sua vita lavorando duramente, come un uomo, per mantenere sé e i suoi. Peccato che, però, non sia pagata in proporzione al suo lavoro, ma al suo sesso: è una donna e viene pagata la metà.
Non si ribella: la vita è dura e bisogna abituarsi il prima possibile. Maria è quasi altera nella sua ricerca di autosufficienza e di autodeterminazione: per questo tutti la rispettano, ma pochi la capiscono.
La sua storia si intreccia con altre storie, in un’età in cui il progresso comincia faticosamente ad arrivare nelle montagne del Mezzogiorno, accompagnato dal rifiuto dei nobili e dei cafoni, ognuno preoccupato di difendere i propri interessi.
La storia è raccontata da vari punti di vista, con un realismo crudo, ma a volte poco credibile (il paese è TROPPO solidale con Maria, secondo me che conosco le dinamiche dei paesi del Sud oggi, figuriamoci un secolo fa).
Ci sono tutti i sentimenti umani in questo romanzo, l’amore e l’odio (declinati in ogni forma) la fanno da padrone, però.
Molto verghiano, ma con qualche speranza in più.
Recensione di Liria Cannata
L’ACQUAIOLA Carla Maria Russo
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