L’ALBERO DELLO ZENZERO, di Oswald Wynd (Garzanti – giugno 2021)
Perché dobbiamo prendere certe terribili decisioni per la vita quando siamo troppo giovani per capire cosa stiamo facendo? Poi ci appendiamo al collo i grossolani errori commessi e lì restano per sempre.
Su una nave che sta affrontando un lungo viaggio verso la lontana Cina c’è una ragazza scozzese che con un bagaglio ricco di aspettative, sogni, speranze, desideri, progetti. Quel lungo viaggio, con i primi eventi che è costretta a vedere Mary, la protagonista, sembra essere presagio di ciò che l’aspetta una volta che i suoi piedi toccheranno terra. E difatti il suo incontro con la Cina è diverso dalle aspettative. Il matrimonio tanto sognato, che le aveva dato la forza di affrontare quel viaggio, naufraga poco dopo per diversi motivi. La convivenza con un uomo totalmente dedito al suo lavoro e molto freddo la confonde e la rende così fragile e vulnerabile da lasciarsi trafiggere il cuore da un altro uomo, discendente di una nobile famiglia…
Quell’incontro con Kentaro rivoluziona la sua esistenza. In maniera profonda e difficile. Lei, che é arrivata giovane e speranzosa, matura non poco durante quella permanenza, che dura ben 39 anni. Arriva in nave nel 1903 e se va in nave nel 1942.
In quel dilatato lasso di tempo Mary dimostra a sé stessa di non essere nata per piegarsi a quella cultura così maschiodipendente e maschilista, dimostra a se stessa anche di saper sopportare grandi dolori e di saper camminare, anche in quella terra che la giudica senza pietà, a testa alta. Tutto la spinge a rientrare a casa eppure lei resta lí. É lí che ha piantato radici…
Sono molto contenta di aver finito questo libro in tempo per la festa della donna, questa donna che ci racconta Wynd attraverso un romanzo privo di dialoghi ma proposto al lettore sotto forma di diario e di lettere, é una donna che incarna pienamente la resilienza.
Sola ma sempre tenace, caparbia.
Sola ma un cuore sempre capace di sognare.
Sola ma sempre pronta a guardare avanti.
Sola ma convinta che lei può cambiare il suo destino, di cui può essere artefice.
Devo dire con molta onestà che all’inizio ho faticato ad entrare nella storia perché la forma epistolare e quella del diario hanno rallentato la mia empatia verso i personaggi. Spesso mi sono trovata a giudicare i personaggi, specie Mary, e a perdere di vista le difficoltà oggettive che una donna ha potuto vivere in quegli anni, da sola in un paese così lontano dal suo. A poco a poco ho capito che Wynd mi ha regalato un canale privilegiato con la protagonista: io lettore sono diventata il suo diario. Il suo confidente privilegiato. Tutto il mondo interiore in un diario. Vederla così nuda e fragile eppure così forte alla fine ha fatto sì che la protagonista e non solo mi conquistasse.
Wynd una penna delicatissima.
Mi sento di consigliarlo a chi ama la Cina e il Giappone (mary sarà costretta a spostarsi molto…), a chi ama la storia dentro le pagine di un romanzo, a chi ama un libro che potrebbe ambire ad essere considerato un classico.
Recensione di Maria Elena Bianco
L’ALBERO DELLO ZENZERO Oswald Wynd
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