
L’ALCHIMISTA, di Paulo Coelho

Recensione 1
“Qual è la menzogna più grande del mondo?” gli domandò, sorpreso, il ragazzo.
“È questa: che a un certo momento della nostra esistenza, perdiamo il controllo della nostra vita, che comincia così a essere regolata dal destino. È questa la menzogna più grande del mondo.”
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Avevo questa lettura in attesa da non so quanto tempo, una di quelle letture che andrebbe fatta da ragazza e che invece mi sono trascinata, volente o nolente, fino ad oggi che ho 47 anni. Il richiamo di questo libro arriva forte e chiaro adesso che sono in cammino, sono in cerca di risposte dentro di me e di connessione con il mondo che mi circonda e oltre. Ed ecco che arriva questo incipit: “Il ragazzo si chiamava Santiago. Stava cominciando a imbrunire quando giunse con il suo gregge davanti a una vecchia chiesa abbandonata”. Comincio questo viaggio con questo ragazzo che come me cerca risposte, lui anzi va oltre perché cerca un tesoro.
Santiago è un giovane pastore andaluso, quando il lettore lo incontra lui è felice della sua vita tranquilla fatta di routine, di pecore che non hanno ambizioni e sapori antichi, semplice la vita vissuta lontano dai pericoli che il mondo riserva e che lui vede accanto ma non troppo. Questa quiete viene turbata da un sogno che Santiago interpreta come premonitore: lui ha un tesoro da cercare. Ed è qui che per la prima volta il giovane pastore viene messo davanti ad una scelta: segue il sogno o resta nella quiete? Rischia coraggiosamente facendosi avventuriero o si arrende alle scelte fatte fino a quel momento?
“Sentì all’improvviso che avrebbe potuto guardare il mondo come la povera vittima di un ladro, oppure come un avventuriero in cerca di un tesoro”. Ed ecco tutto il senso del libro.
Santiago, posto per la prima volta alla prova, sceglie di ascoltare il proprio cuore. In quel momento qualcosa nei segnali (che diventano chiave di un cammino) che lo circondano e che lui impara a vedere, lo convincono che il suo destino è intraprendere quell’avventura. Comincia così il cammino di Santiago. Comincia così una esperienza che solo formalmentw appare come l’utopia di un pastore, ma che nel concreto, consente anche a chi lo legge di intraprendere un viaggio interiore, fatto di simboli universali e segnali ignorati. Pagina dopo pagina scopriamo come Santiago si avvicina al punto in cui in sogno gli appariva quell’agognato tesoro, lo vediamo scoprire l’amore e vivere i pericoli celati sino a quel momento da un mondo a lui sconosciuto. Santiago è un avventuriero, ed io lettrice scopro di non voler essere più la “vittima di un ladro”.
Coelho, con una scrittiura semplice e capace di profonde perle filosofiche ci invita ad abbandonare la sedentarietà e abbracciare l’avventura. Il tesoro che abbiamo dentro va scolerto camminando…e andando sempre oltre.
Mi è piaciuto tanto anche perché qualche risposta è arrivata e di certo so che cammino perseguire per capire e per apprendere me ed il mondo che mi circonda.
Consigliato
Recensione di Maria Elena Bianco
Recensione 2
Grazie al vostro consiglio mi sono ricordata di questo breve libro di cui mi aveva parlato anni fa mia sorella.
È il racconto di Santiago, pastorello andaluso che, cercando di interpretare dei sogni, si mette in viaggio seguendo quella che nel testo viene chiamata “la propria leggenda personale”. Essa è l’aspirazione più grande, quello che il cuore ci sussurra da bambini, ciò per cui siamo nati ma che, nel corso della vita, molti dimenticano.
È commovente come una storia così semplice, quasi una fiaba, possa ricondurre a pensieri così importanti per la nostra vita e per tutto quello che ci sta attorno. Perché come viene detto, lo spirito del mondo si nutre dei nostri pensieri e la realtà è migliore o peggiore a seconda di quanto siamo noi a migliorarci o a desistere in questo.
Recensione di Rossana Bandi
Titolo presente nella sesta puntata dei libri per viaggiare

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