L’ALTA FANTASIA Pupi Avati

L’ALTA FANTASIA, di Pupi Avati (Solferino – novembre 2021).

 

Cenni sull’autore.

La prima vocazione di Pupi Avati fu quella di sassofonista. Tempo fa, assistetti ad una sua intervista tv in cui affermava, imperturbabile,

di essere stato sul punto di sopprimere Lucio Dalla. Quest’ultimo allora quindicenne chiese di unirsi al gruppo jazz che Pupi aveva formato.

Ma quando lo senti’ suonare, sbalordito dal talento di quel ragazzotto, rinunciò al sax per sempre. Dalla aveva distrutto il suo sogno.

Di conseguenza dirottò verso il cinema – film poetici e di qualità – e la scrittura.

Eclettico e coerente insieme, perché attraverso musica, immagine, scrittura, ha espresso sempre la sua vocazione al raccontare.

Il titolo.

Alta fantasia è un’espressione coniata dal poeta stesso per definire la sua “teologia poetica”.

Mentre gli Accademici del Medio Evo ritenevano che la teologia dovesse occuparsi della Verità e non della Bellezza, la scommessa di Dante fu di riuscire a conciliare la mente e il cuore cioè la Verità con la Poesia.

La storia.

Avati, da molti anni appassionato e studioso di Dante, afferma che non avrebbe mai osato scrivere un romanzo sul sommo poeta se non si fosse imbattuto in un’ opera di Boccaccio “Trattatello in laude di Dante” che gli diede lo spunto per mettersi sulle tracce del poeta con lo scopo di scoprirne gli aspetti più umani.

Fu proprio Boccaccio il primo estimatore e divulgatore del “prescelto” contro l’ostilità di chi considerava la Commedia un’opera in odore di eresia.

La storia incomincia nel 1321 a Ravenna, il poeta sta morendo, quasi sconosciuto, con lui solo uno dei figli…

30 anni dopo Boccaccio si reca a Ravenna per portare alla figlia, ora suor Beatrice, un risarcimento riparatore delle pene inflitte al padre dalla città di Firenze.

Durante il periglioso viaggio, affiorano episodi di vita del poeta : l’infanzia, l’incontro con Beatrice, la complessa amicizia con Cavalcanti,

le lotte politiche, l’esilio.

Il personaggio di Giovanni Boccaccio si delinea generoso e appassionato : nessun poeta fece tanto per un altro poeta.

Il mistero di Dante – uomo però resta un po’ nell’ombra, solo il Dante bambino e poi ragazzo manifestano tratti di profondità emotiva.

Pupi Avati, nel prologo, si interroga sulla creatività di Dante risalendo alla famiglia di lui fatta di soldati e affaristi, lontani da qualsiasi talento letterario.

Ma può una vita di sofferenze plasmare un così grande talento?

Personalmente, ne dubito. Il talento ha qualcosa di misterioso, alberga in luoghi insospettabili. Persino nel sax di Lucio Dalla,

se mi si passa il confronto.

Un piccolo libro (pag. 127), scritto con proprietà di linguaggio e musicalità, che può essere di stimolo per approfondire l’opera dantesca.

Concludo con la frase che la figlia ormai vecchia disse per descrivere il padre: “Sapeva il nome di tutte le stelle “

Recensione di Ornella Panaro

L’ALTA FANTASIA Pupi Avati

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