L’ALTRO, di Andrée Chedid, (Saecula edizioni)
Senza alcuna delicatezza per il lettore che ha appena iniziato a sfogliare il suo libro, l’autrice, Andrée Chedid, lo scaraventa nel vivo della narrazione. Un colpo di scena che rimane l’unico durante tutta la lettura. Gli altri eventi, simili a colpi di scena, saranno in realtà le speranze realizzate di un povero vecchio considerato a tratti visionario. Simm, questo è il suo nome, è creduto e coadiuvato da una bambina, che nella sua breve apparizione sarà l’anello di congiunzione tra l’età dell’innocenza e l’età della senilità: due età che hanno molto in comune.
La piccola Aga ci regala un po’ di dolcezza e un po’ di candore in questo racconto dove predomina il grigio dell’immobilismo, ma anche il giallo dell’afa desertica, anche se il tutto si svolge in riva al mare. Circondato da uomini abbrutiti dall’abitudine al dolore e alla morte, Simm fa di tutto per salvare un uomo, Altro appunto, di cui non sapremo mai il vero nome, la vera età e i veri motivi che lo hanno spinto a trovarsi proprio lì in quel momento. E nei dialoghi tra Simm/Ben e l’ Altro/Jeph non capiamo più chi stia salvando chi.
Questo accanimento di Simm per la vita di un estraneo appesa a un filo,un estraneo che ha condiviso il suo tempo per una frazione di secondo,ci nasconde molto di più. Nel titolo l’ autrice ci ha voluto dare già la chiave di lettura: Simm,il vecchio, è l’ Altro,il giovane, che può vivere la vita come non l’ha vissuta lui. L’ altro ha la possibilità di rinascere e infatti il suo salvamento è la cronaca di un parto.
Da questo libro,nel 1991, è stato tratto il film L’autre di Giraudeau, che ha meritato la candidatura al premio César come migliore opera prima .
Il testo è infatti l’ esempio perfetto di sceneggiatura per una ritrovata Nouvelle Vague che tanto si ispirò al neorealismo italiano e dal quale si distaccò evidenziando i tratti distintivi della cultura francese.
Testo e film non possono essere scissi dal lettore il quale ,voltando l’ultima pagina, o guardando l’ultima scena, si chiederà il senso di tutto ciò che ha letto e visto fino a quel momento.
Recensione di Francesca Pozzo – Canta la Gallina
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