L’AMANTE, di Abraham Yehoshua (Einaudi)
È proprio bella la scrittura di Yehoshua in questo libro; una splendida narrazione polifonica di ben cinque personaggi che mi ha fatto riflettere su come le cose appaiano profondamente diverse alla percezione di ciascuno.
La storia in sé non è niente di particolarmente entusiasmante, appare un po’ inverosimile e i personaggi sono tutti un po’ sopra le righe, non colpiscono certo per i loro valori o per la loro personalità. Figure mediocri e meschine che, tuttavia, grazie alla scrittura così elegante e intensa acquistano valore e, perfino, fascino.
Quello che accade nell’officina di Adam e nella sua famiglia è la costante dei libri di Yehoshua: l’incomunicabilità tra persone diverse e la ricerca dell’affermazione di sé. Ebrei ortodossi e laici, arabi musulmani e cristiani si studiano, si guardano con diffidenza, temono la loro diversità. Ma frequentandosi si rivedono l’uno nell’altro, si riconoscono, e arrivano perfino a scoprirsi uguali, anche ad innamorarsi. Mi piace pensare che sia così anche nella società civile tra Israeliani e Palestinesi e tra cittadini di ogni Paese . E mi piace pensare che questo messaggio di tolleranza e integrazione che nel libro è trasversale perché appartiene a diverse generazioni, sia un autentico messaggio di inclusione. Ho letto che questo libro è il più rappresentativo dell’autore, quello in cui si compendia il suo pensiero . È vero. Libro assolutamente consigliato!
Recensione di Valeria Maggio
L’AMANTE, di Abraham Yehoshua
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