L’AMERICANO, di Claudio Nizzi (Iaccheri)
Siamo a Borgo Torre, immaginario paese dell’Appennino modenese, anni 50. Dolindo Cantamessa, un paesano emigrato in America dove, grazie a uno zio, è riuscito a ereditare un biscottificio, torna a Borgo Torre in compagnia di un avvocato del Sud Italia e di un autista.
Al negozio di barbiere di Olinto ci si chiede il perché del suo ritorno, immaginando che l’uomo sia tornato per prendere moglie, visto che è ancora scapolo.
Tra le famiglie che hanno figlie in età da marito, si comincia a mettere in pratica una serie di stratagemmi provocatori per accaparrarsi la preda. Intanto tutti gli abitanti del paese, dal sindaco Amilcare Bellettini al parroco don Giuseppe, sperano che il loro facoltoso concittadino americano sborsi un po’ dei suoi quattrini per il bene del paese.
Circola voce che ha un brutto male e forse l’avvocato serve per amministrare le sue volontà. Dolindo in realtà vuole far riaprire la tomba della madre con l’intenzione di portare in America i suoi resti. Tutti pensano che questo sia un po’ illogico, ma chi ha i soldi può permettersi di tutto. Il giorno della festa per il ritorno di Dolindo accade un fatto drammatico e misterioso: si scopre nei boschi di Borgo Torre il cadavere del suo autista e Dolindo appare fin troppo turbato e spaventato dall’evento, considerato che ha conosciuto l’uomo solo da poco tempo.
Si aprono alcuni interrogativi: qual è il vero motivo del ritorno di Dolindo al paese? Cosa c’entra la mafia americana con la tomba della povera madre di Dolindo?
La vicenda si intreccia con gli ultimi anni della guerra proprio a Borgo Torre. Dolindo, nel cercare di risolvere la questione, si confida con il maresciallo Caruso che lo aiuterà a risolvere il giallo. Dolindo riporta alla memoria i fantasmi del passato e, anche se be resta turbato, scopre che nonostante la lunga lontananza dal paese, il suo cuore è sempre rimasto a Borgo Torre e appartenuto ad Alba, la sua fidanzata di quando era ragazzo, che non ha mai dimenticato.
Recensione di Evelina Loffredi
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