L’ANNIVERSARIO Andrea Bajani

L’anniversario di Andrea Bajani (Feltrinelli – gennaio 2025)

“Se non ho mai scritto di mia madre, nè ho mai avuto un pensiero su di lei, è perché per farlo va scorporata da mio Padre. Il che comporta un’operazione delicata richiede un’attitudine chirurgica specifica, una freddezza della mano. Richiede lentezza e precisione, un bisturi grammaticale. Cioè puntare le parole nelle porzioni non ancora compromesse Individuarle, isolarle dal resto, e poi incidere, fare male con nettezza. Scorporare mia madre da mio padre significa letteralmente sottrarla all`invasione con cui la figura di mio padre si è imposta sistematicamente al nostro immaginario, bruciandoci la retina con la fiamma ossidrica dell’affermazione vittimaria di sé, e compromettendo senza rimedio la visione. Lasciando cioè al buio tutto ciò che lui non era. Prima fra tutti lei, già predisposta a scomparire. Se c’è pietà filiale in me è la spietatezza di questo tentativo di sottrazione al buio, l’atto crudele di portarla in piena luce.”

L’anniversario è un libro brutale nella sua immensa tenerezza. Un viaggio attraverso l’inferno di una famiglia segnata dalla presenza di un padre autoritario, di una madre incapace di reagire, annientata da quest’uomo, priva di qualsiasi spinta di ribellione. Assuefatta alla possibilità della morte, disamorata averso la vita. E questo disamore fagocita tutto e tutti, anche i suoi stessi figli verso i quali non sembra nutrire alcuna spinta di protezione. Solo ogni tanto emette un miagolio di vittimismo e verso i quali pare aspettarsi un po’ di umana pietà.

Un quadro devastante che l’autore racconta in prima persona, con un distacco quasi irreale. Una freddezza talvolta tradita dalla tenerezza e dalla pietà verso se stesso, verso questo ragazzo, poi uomo, che si forma e deve sopravvivere in questa famiglia disfunzionale. Un ragazzo che rivendica il diritto ad esistere e ad essere libero, senza fare troppo rumore.

Bajani, si lascia attraversare dai pensieri e ce li affida. Sono ricordi che vogliono ricostruire la verità, quasi volesse giustificare a se stesso l’allontanamento – forse dovremmo chiamarlo abbandono – a dieci anni dall’avvenimento.

Ci si può liberare dei propri genitori?

È un interrogativo spaventoso e innaturale, almeno quanto non sentirsi amati, probabilmente non esserlo stati mai realmente, non abbastanza da sentirsi protetti e difesi, da sentirsi al centro delle scelte del proprio genitore, della propria madre.

Abbandonare i propri genitori può diventare necessario, per non soccombere, per sopravvivere.

Così l’autore torna indietro, a quando tutto ebbe inizio e ripercorre, mai troppo nel dettaglio e sempre lasciando l’onere dell’immedesimazione al lettore, il suo calvario, fino all’esplosione senza rumore, l’allontanamento finale e definitivo.

Straziante la delicatezza e la ricerca della madre, presenza trasparente, alla quale prova a restituire un’identità, nel tentativo quasi disperato di salvarla ai suoi stessi occhi da una condanna senza appello per disamore.

Scrisse Tolstoj “Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.

Nulla di più vero.

Straordinario Bajani

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