LAURA, di Vera Caspary
È davvero paradossale che uno dei migliori romanzi noir sia stato scritto da una scrittrice lontana dai paradigmi del genere ma che ha saputo metabolizzare al meglio la grammatica del noir per creare uno dei capolavori immortali che hanno saputo scrivere la storia di questo modo di narrare la realtà contemporanea. Waldo Lydecker è uno scrittore dandy che si occupa di crimini e delitti e deve scrivere il necrologio della sua intima amica Laura Hunt che è stata vittima di un misterioso agguato.
L’esperto detective Mark McPherson, che è deputato alle indagini, lo interroga per capire la personalità della ragazza e ne rimane completamente intrigato e proseguendo le indagini diventa sempre più colpito dalla vitalità di questa impiegata così attraente e determinata da diventarne definitivamente innamorato. Vera Caspary concepisce questo romanzo come un’opera teatrale dividendolo in diverse parti raccontate dai vari punti di vista dei personaggi per cui abbiamo capitoli visti e raccontati sia da Waldo, sia da Mark, sia dal promesso sposo di Laura, Shelby, sia dalla stessa Laura. In quadro dove domina la gelosia e il pericolo di fraintendere ogni indizio, “Laura” ci porta in un territorio oscuro e malsano come ogni noir e ci fa capire pagina dopo pagina la grandezza di questo libro che fu riconosciuta sin da subito visto che fu immediatamente trasposto sulla pellicola in un indimenticabile film da Otto Preminger, che in Italia fu intitolato “Vertigine”.
Devo confessare che appena finita l’ultima pagina ho cominciato a rileggerlo per ritrovare subito la grande densità narrativa che mi ha decisamente suggestionato. Questo è l’incipit veramente coinvolgente:
“C’era calma a New York, quella domenica mattina. L’umidità spossava milioni di cittadini che, per qualsiasi ragione, sebbene fosse estate, non erano partiti per il weekend. Sull’isola di Manhattan gravava una nebbia che odorava di risciacquatura di bicchieri. Seduto alla scrivania, con la penna in mano, assaporavo la sensazione di essere solo io, Waldo Lydecker, l’unica persona attiva e cosciente in quel momento. Il giorno prima, carico di emozione e di dolore, aveva consumato tutte le mie capacità di sofferenza. Ora avevo trovato la forza per scrivere un epitaffio per Laura.”
Ricco di livelli di lettura e di colpi di scena “Laura” è un romanzo che rimane scolpito nella memoria per l’eleganza e la grande profondità narrativa di Vera Caspary. L’importanza di questo libro è testimoniata dal fatto che dopo tanti anni trama e schema narrativo furono rielaborati da Laura Lippman in un ottimo thriller dal titolo “La donna del lago”.
Recensione di Salvatore Argiolas
Cosa si può leggere di più rilassante, in queste giornate d’estate, di un giallo classico che più classico non si può, magari in una vecchia edizione? Il romanzo fu pubblicato infatti negli Stati Uniti nel 1942, e l’anno dopo anche in Italia, e questa traduzione di cui parlo è del 1991. Un tipico tascabile da bancarella, ma l’opera, che si può trovare anche in un’edizione più moderna, è decisamente appassionante e ben scritta, per cui vale tutte le 10.000 lire (!) che costa. Se poi vi capita di recuperare anche il film tratto da essa, “Vertigine”, di Otto Preminger, del 1944, è il massimo.
Il sottotitolo recita: “Quando l’investigatore, indagando su un caso di omicidio, si innamora della vittima”, ed è tutto un programma poliziesco-sentimentale. Ma il dosaggio dei toni e la costruzione dei personaggi, nonché della storia in sé, compresa l’efficace variazione dell’io narrante, sono perfetti e tutt’altro che banali, a meno che non si sia troppi smaliziati per lasciarsi irretire dal fascino rétro dell’estate newyorkese di inizio 900 in cui si dipana la vicenda che ruota intorno all’omicidio della bella Laura Hunt e ai tormenti dei suoi spasimanti, compreso il poliziotto che sa di lei dopo la sua morte (!). Necrofilia? In effetti se ne parla, ma non come si potrebbe immaginare…
Se poi, come sottofondo, mettete il meraviglioso brano omonimo che David Raksin compose per la colonna sonora del film di Preminger, magari nella versione di Charlie Parker, i brividi potranno addirittura farvi dimenticare per un po’ la calura di questa torrida estate…
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