LE ANIME MORTE Nikolaj Vasil’evič Gogol’

Gogol

LE ANIME MORTE, di Nikolaj Vasil’evič Gogol’

“Ma permettete che io vi faccia una domanda”, disse Manilov: “in che modo voi volete comperare dei contadini: insieme col terreno, o per trasportarli altrove, ossia senza terreno?”

“No, non è che io voglia proprio dei contadini”, disse Cicikov: “io desidererei avere i morti…”

“Come dite? Perdonate… sono alquanto duro d’orecchio, e mi è parso di sentire una parola cosi strana…”

“Io avrei l’intenzione di acquistare i morti, che però, dal censimento, risultassero ancora vivi”, disse Cicikov.

Ecco quello che è andato a fare Cicikov nella città di N., in Russia: compra anime morte. Si sì, avete capito bene: anime morte.

Cioè? Come? Perché? E chi è Cicikov?

Proviamo dunque a salire in carrozza con lui e andargli dietro. Conosceremo Manilov, lo stucchevole; la vecchia Korobocka, diffidente e opportunista; il giovane Nozdrev, giocatore ubriacone e scialacquone; il rozzo Sobakevic, il-migliore-di-tutti; l’avaro Pliuskin; l’amabile-sotto-tutti-i-punti-di-vista Anna Grigor’evna; la semplicemente-amabile Sof’ja Ivanovna. E poi ancora stringeremo la mano al governatore, al procuratore, al presidente di tribunale, al presidente di sanità pubblica, al capo di polizia. Insomma, saremo circondati da gente come si deve, dico davvero: pettegola, ambigua, falsa, servile, facilona, corrotta.

Cicikov è ricco -o almeno, lo sembra-, è amabile, sa sempre dire la cosa giusta al momento giusto; e così nessuno si fa domande. Almeno fintanto che non diventa davvero necessario, e allora si salvi chi può: in città si crea il panico. Confusione, dubbio, incertezza, paura: tutti a correre come matti come formichine impazzite, a salvare quel che si può salvare. Ma cosa si può salvare? Dignità? Apparenza?

“Le anime morte” è un romanzo brillante, brioso, di una ironia sottile e pungente come uno spillo, capace di metterci di fronte, senza tanti filtri, ai vizi, alle ipocrisie e alle mediocrità con cui gli uomini convivono tutti i giorni. Un libro di una attualità disarmante. Nell’avventura di Cicikov, “geniale artista del raggiro” (come troviamo scritto in quarta di copertina) riusciamo a discernere la parodia dei valori che gli uomini si danno, una sorta di epica delle gesta anti-eroiche. Forse, se il romanzo non fosse rimasto incompiuto, i personaggi di Gogol avrebbero provato a percorrere anche una strada diversa. Chissà, non lo sapremo mai.

“E a lungo, ancora, un’inspiegabile possanza m’impone d’andare a braccetto coi miei strani eroi, d’osservare tutto l’immane fluir della vita -osservarlo attraverso il riso, che il mondo vede, e attraverso le lacrime, che esso non vede e non sa!”

“Voi temete lo sguardo che s’affisa profondo; voi avete paura di affisare voi stessi lo sguardo che s’affisa profondo; voi preferite toccar tutto di sfioro con occhi spensierati”

Recensione di Benedetta Iussig
LE ANIME MORTE Nikolaj Vasil’evič Gogol’

L’isola dei tesori, dove gli animali sono preziosi

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