LE BESTIE GIOVANI, di Davide Longo (Einaudi)
E’ questo il secondo libro delle vicende poliziesche che vedono coinvolti il commissario Vincenzo Arcadipane ed il suo vecchio capo e maestro Corso Bramard, che ha chiuso la sua carriera nella polizia e si è messo a fare l’insegnante. Tutto nasce dal ritrovamento delle ossa di numerosi corpi in un cantiere alla periferia di Torino, indagine da cui Arcadipane viene prontamente tagliato fuori a favore di una squadra specializzata in crimini della Seconda guerra mondiale ma il nostro commissario non ci sta ad assistere all’archiviazione del caso; c’è qualcosa che lo convince a non mollare ed è il ritrovamento di un bottone di jeans accanto ai cadaveri.
Comincia così una propria indagine privata avvalendosi dell’ aiuto di colleghi con cui è molto amico, da Alessandra cui affida l’analisi di un femore che non ha restituito e che presenta dei forellini lasciati chiaramente dalle viti di una placca ossea e poi da Isa Mancini, una giovane agente ribelle e con un pessimo carattere ma bravissima, che in meno di 24 ore scopre che i resti potrebbero appartenere a un ragazzo coinvolto negli anni settanta in un attentato con molotov contro una sede del Movimento sociale, in cui era morto un impiegato del partito.
E quel caso lo aveva seguito proprio un giovane Corso Bramard, allora ancora studente e poliziotto alle prime armi; con lui ci ritroviamo a percorrere, nella seconda parte del libro, episodi eversivi risalenti ad un periodo non facile della storia italiana, che vedevano coinvolti giovani uomini e donne che credevano di poter cambiare la società con atti violenti – le bestie giovani del titolo che “ così giocano .,.. prima di scoprire che i loro artigli non sono fatti per giocare”- senza accorgersi di essere manipolati da figure occulte che sembra vogliano insabbiare il tutto ancora una volta.
L’autore ci dà quindi una lettura, sicuramente romanzata, degli anni di piombo, ma ci mostra anche aspetti dei tre personaggi principali che ci aiutano a capirli meglio anche negli altri libri della serie. E così troviamo in questo libro un Arcadipane che è in profonda crisi esistenziale come uomo ma è anche insoddisfatto come poliziotto e che tuttavia non intende mollare, decidendo di farsi seguire dalla terapeuta Ariel, una donna bizzarra ed eccentrica; un Bramard che rivive il passato non solo professionale ma anche sentimentale ricordando l’amata Michelle; ed Isa di cui ci viene raccontata la storia di bambina molto legata ad un padre poco presente.
Al di là della trama, che pure mi ha coinvolto, ho ritrovato con piacere questi personaggi, le cui vicende, nella loro malinconia, riescono a muovere dentro di me emozioni profonde e mi fanno amare questo scrittore che ho conosciuto con “Il mangiatore di pietre” e che continuo a leggere.
Recensione di Ale Fortebraccio
LE BESTIE GIOVANI Davide Longo
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