LE COORDINATE DELLA FELICITÀ, di Gianluca Gotto (Mondadori)
Questo libro era sul mio comodino da un bel po’ di tempo. Mi faceva paura leggerlo. Forse perché avevo già intuito la sua potenza narrativa e l’effetto che avrebbe avuto su di me.
Ne ho rimandato la lettura per diverso tempo, fino a quando, prima di partire per la vacanza, mi sono detta che era arrivato il “momento giusto” per leggerlo. In fondo, quale momento migliore, se non quello in cui la mente è finalmente libera dai pensieri quotidiani ed è libera di viaggiare spensierata?
Ecco. La mia mente ha viaggiato veramente. Mi sono persa in un turbinio di pensieri e riflessioni sulla vita – non solo sulla mia, ma in generale – a cui molto spesso fuggiamo per non farci troppe domande scomode che richiederebbero un duro lavoro su noi stessi. Per evitare ciò, decidiamo di prendere la strada più comoda, quella che le persone intorno a noi e la società si aspettano che noi seguiamo.
Mi sono rivista nella storia di Gianluca in molte cose.
Come lui, ho sempre pensato che viaggiare sia il miglior modo per crescere ed imparare ad “allargare la mente”, rendendola elastica e non confinata in rigidi schemi.
Inoltre, anch’io ho sempre pensato che quello che ci viene inculcato fin da bambini, non è detto che sia “giusto” per tutti. Ognuno di noi deve essere libero di trovare la propria strada senza per forza adeguarsi a degli stereotipi.
La diversità è bella, non deve essere vista come un difetto.
Quando Gianluca lascia l’università – un luogo triste per lui, dove gli stessi professori parlano ormai come automi, ripetendo da anni la stessa lezione e dove gli studenti sono chiusi in un’aula per ore, mentre il mondo fuori scorre inesorabilmente – nessuno comprende la sua scelta. Solo Claudia, la sua fidanzata, con cui condivide gli stessi pensieri e sofferenze. È con lei che, prima in Australia, poi in Canada, Thailandia-Laos-Cambogia, in Vietnam, ed, infine, Bali, Gianluca riesce finalmente a trovare la sua strada e a vivere la vita che ha sempre desiderato. Una vita senza vincoli di luogo ed orario. In cui poter decidere liberamente del suo tempo, senza dover per forza sottostare a rigidi schemi imposti dalla società.
La sua storia mi ha rapita letteralmente, perché raccontata senza fronzoli. Nuda e cruda. Ha raccontato sia i lati belli che quelli brutti, perché per arrivare a realizzarsi, ne ha dovuta percorrere di strada in salita! Però, allo stesso tempo, infonde speranza, perché “se vuoi, puoi”. Bisogna “solo” avere coraggio, perseveranza e – perche no? – anche un po’ di fortuna!
Nessuno regala niente, ma i sacrifici ripagano sempre.
Inutile dire che ho sottolineato molte frasi per me importanti. Ne riporto alcune:
– “tutto passa nella vita. Tranne certi momenti. Certi momenti si tatuano sul nostro cuore e così durano in eterno. Vivere per generare ricordi indimenticabili significa vivere per sempre”.
– “ascoltare tutti, dare retta a pochi e fidarmi sempre del mio cuore”.
– “viviamo in una società che considera il fallimento come la vergogna più grande. Ma fallire, a conti fatti, cosa significa se non averci provato? E provarci significa vincere in ogni caso. Non importa il risultato finale, l’unica cosa che conta è la consapevolezza di non aver lasciato nulla d’intentato. Perché nel cuore di una persona che ha vissuto appieno non c’è spazio per i “se” e per i “ma”, non c’è spazio per i rimpianti né per i rimorsi. Ogni fase della nostra vita è proprio come un viaggio: ne giudichiamo la bellezza dal primo all’ultimo momento, non solo in base al punto di arrivo. Nessun fallimento può essere analizzato di per sé, ma solo analizzando il percorso che lo ha preceduto”.
– “chiunque può piangersi addosso, ma pochi hanno la forza di mettere tutto in discussione”.
– “le persone veramente felici vogliono che lo siano anche gli altri”.
Un libro che mi è rimasto nel cuore.
Super consigliato
Buona lettura
Recensione di Marina Manigrasso
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