Le Due Trilogie di Adamsberg – Fred Vargas

Fred Vargas

La trilogia di Adamsberg- L’uomo dei cerchi azzurri; L’uomo a rovescio; Parti in fretta e non tornare

La seconda trilogia di Adamsberg- Sotto i venti di Nettuno; Nei boschi eterni; Un luogo incerto

Continuando la mia rilettura dei libri di Fred Vargas, ho finito le due trilogie di Adamsberg ed ho senz’altro ritrovato il fascino della lettura fantasiosa e per certi versi visionaria di questa scrittrice francese, di cui negli anni passati attendevo con ansia la pubblicazione di ogni nuovo romanzo.

Nella prima trilogia Fred Vargas ci fa fare la conoscenza di Jean-Baptiste Adamsberg, commissario sui generis ma bravissimo nel suo mestiere, con molti successi che gli hanno fatto fare carriera sino a diventare il responsabile del quinto arrondissemant parigino con una numerosa squadra alle sue dipendenze; ma ci fa conoscere anche l’uomo che rappresenta come indecifrabile, trascurato nel vestire, decisamente eccentrico ma sostanzialmente solo, se si escludono i rapporti con le persone che lavorano con lui. E’ vero che ha successo con le donne ma ha con la sua vera amata, Camille, un difficile rapporto in cui i due si incontrano e si lasciano in continuazione, non disdegnando rapporti con altre persone. Il nostro commissario compare per la prima volta ne L’uomo dei cerchi azzurri, dove si trova alle prese con dei misteriosi cerchi tracciati sui marciapiedi di Parigi che lo preoccupano molto perché pensa che prima o poi al loro interno verrà trovato un cadavere; nel secondo romanzo, L’uomo a rovescio, Adamsberg si sposta nel Mercantour dove dovrà risolvere una catena di orrendi delitti che sembrano commessi da un lupo mannaro mentre nel terzo, Parti in fretta e non tornare, lo troviamo ancora a Parigi dove sembrano essere tornati i tempi bui della peste. Il suo metodo di indagine sfugge alle regole della logica, forse potrebbe definirsi un non metodo; il nostro commissario sembra muoversi in una sua realtà, alla ricerca di un particolare che smuova l’ordine delle cose, sino all’emergere, non si sa bene come e perché, di una geniale intuizione: non a caso viene definito lo spalatore di nuvole che, con i suoi “non so” e con la sua attenzione ad aspetti che gli altri non colgono, sconvolge amici, colleghi e colpevoli.

Nella seconda trilogia, che a mio avviso è decisamente più bella della prima, ci immergiamo nel passato del commissario e negli aspetti più intimi di quest’uomo che ci piace tanto -ma forse siamo fortunate a non conoscerne di simili nella realtà, ammesso che esistano uomini simili-. E così ne Sotto i venti di Nettuno, in cui si vede Adamsberg in trasferta in Quebec, veniamo a conoscenza di come, da sempre, sia stato ossessionato da una serie di omicidi contrassegnati da una specie di marchio di fabbrica- il segno di un tridente-, e che in passato hanno segnato la vita di suo fratello, di cui ha perso le tracce da parecchi anni, e che adesso lo impegnano in prima persona per la ricomparsa di morti uccisi proprio da un tridente. Qui troveremo anche un divertente slang quebecchese che Adamsberg farà proprio con estrema facilità!

Negli ultimi due libri della seconda trilogia continueremo a rituffarci nel passato di Adamsberg, con l’arrivo nella squadra – nel romanzo Nei boschi eterni- di un ragazzo di un paese dei Pirenei vicino al suo, ormai diventato uomo e caratterizzato da una strana capigliatura- conseguenza di sevizie ricevute da un gruppo di ragazzotti quando era un bambino- che vuole chiarire alcuni aspetti della storia comune e che nel frattempo diventa l’amante di Camille, con grande disappunto del nostro commissario, che si è ritrovato padre di un piccolo marmocchio, che riesce a far dormire mettendogli semplicemente una mano sulla testa. Ritroveremo questo altro strano uomo, Veyrenc, anche nell’ultimo giallo, Un luogo incerto, coinvolto con Adamsberg in una storia di vampiri e di omicidi molto particolari, storia in cui verrà fuori che i due sono anche in qualche modo parenti ed hanno in comune più di quello che credevano.

Questi della Vargas sono tutti libri dalla trama intricata, con un finale quasi sempre abbastanza sorprendente, conditi di dialoghi ben curati, di riflessioni colte e assolutamente non banali, con personaggi decisamente strani, talvolta quasi surreali, senza troppa tecnologia a supporto delle indagini. Capisco tuttavia che la Vargas e con lei il suo Adamsberg possano essere divisivi, o li si ama o li si odia.

Una piccola rassegna infine dei personaggi che fanno parte della squadra del nostro spalatore di nuvole: a parte Danglard, che potremmo definire il contrapposto di Adamsberg con la sua profonda cultura e con la sua ferrea capacità di ragionamento logico che fa da contraltare alla fantasiosa mente del suo capo, come non ricordare Froissy, immersa nel cibo e nei dispiaceri, Estalère, il devoto ingenuo, Mercadet, il genio dei numeri che lotta contro il sonno, il bruto Noel e il goffo Lamarre, Voisenet, Mordent, Kernokian, e infine ma sicuramente non ultima la grossa e tenera Violette Retancourt. E non sottovalutiamo infine la comparsa, in alcuni dei libri, dei tre evangelisti!

La mia rilettura è quasi alla fine, mi mancano solo tre libri. Così forse rileggerò anche Sulla pietra e spero di capire perché non ho ritrovato in quell’ultimo libro tutto quello che tanto ho amato nella serie.

Recensione di Ale Fortebraccio

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