IL PASSAPAROLA DEI LIBRI, in occasione della manifestazione “Pisa Book Festival” ha intervistato Andrea Settis Frugoni di “Barta Edizioni”
– Presentatevi ai nostri lettori. Come nasce la vostra casa editrice e a che tipo di lettori si rivolge?
La casa editrice Barta è nata per amore: il nostro motto è che pubblichiamo ciò che vorremmo leggere. Io e le mie socie, Arianna Luperini e Silvia Baldassari, siamo tre lettori che si incontrano e decidono di saltare la barricata e diventare anche editori. Il motivo scatenante è il desiderio di pubblicare un romanzo bellissimo, Finistére di Andrea Dei Castaldi, che ci era capitato tra le mani e che non trovava una Casa – ovvero: l’aveva trovata e doveva essere pubblicato da Sellerio, ma il progetto saltò a causa della morte di Elvira Sellerio. Con la pubblicazione di questo romanzo nasce Barta, che pubblica essenzialmente narrativa, fumetti e opere grafiche.
– Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?
Premesso che amiamo allo stesso modo tutti i nostri libri, cito nuovamente Finistére, il romanzo con cui abbiamo iniziato la nostra avventura e la cui copertina è divenuta il logo della Casa, anche se in forma stilizzata.
Tra gli ultimi titoli pubblicati cito un classico degli illustrati per ragazzi, La tigre a scacchi di Adelchi Galloni, con il quale abbiamo inaugurato una collana per bambini.
E ancora Anguisomachia e Giungla urbana, due fumetti uno di un ragazzo di Rieti, Simone Pace, che ha vissuto il terremoto e lo ha descritto con una metafora, un gigantesco serpente che vuol distruggere gli uomini, i quali però non si arrendono e lottano per non perdere la propria vita; e l’altro di Lorenzo La Neve e Matilde Simoni, che racconta una storia d’amore, amicizia e gioventù ambientato in un mondo dove le bestie peggiori non sono solo le bestie.
– In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
In Italia si legge poco: purtroppo è verissimo soprattutto in rapporto a Paesi come la Francia e la Germania.
Si possono fare tante cose, partendo dalla scuola e progettando maggiori interventi di aiuto alla lettura da parte governativa. Ad esempio promuovere nelle scuole un’ora di lettura alla settimana con divieto di interrogazione su quel che si è letto, proprio per educare i giovani al piacere della lettura. Altra iniziativa importante sarebbe realizzare dei programmi televisivi di buona qualità dedicati alla lettura, com’era ad esempio “Per un pugno di libri”, da programmare in orari centrali.
– Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi ?
Facebook è un mezzo formidabile che usiamo ampiamente, insieme a Instagram, Twitter e Tumblr.
È una cosa divertente ed efficace per comunicare con i nostri lettori. Come tutti i mezzi può essere utilizzato bene o male e noi cerchiamo di usarlo al meglio, anche grazie ad una persona dedicata (l’ottima Silvia Andreatta).
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