IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato Alessandro Gianetti responsabile della comunicazione per le edizioni italiane di Casimiro Libri Madrid
Presentatevi ai nostri lettori. Come nasce la vostra casa editrice, come si è sviluppata e quali sono gli eventuali piani per il futuro?
Casimiro Libri nasce in Spagna, per la precisione a Madrid dieci anni fa, ma poi ha iniziato a pubblicare una parte del suo catalogo anche in Francia e da un paio d’anni in Italia. Vogliamo continuare a parlare di creazione artistica e di viaggi, di ciò che è visivo in generale e dell’arte di saper guardare in particolare.
– A che tipo di lettori si rivolge?
Il nostro pubblico è composto da tutte le persone che si interessano di arte, quindi letteratura, musica, pittura, scultura, fotografia e architettura, ma con un’attenzione particolare verso autori o soggetti spagnoli.
– Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?
Ce ne sono tanti, John Ruskin per esempio, o i seminari sulla moda di Oscar Wilde, ma dovendone scegliere uno direi le Acqueforti spagnole, dello scrittore argentino Roberto Arlt, che abbiamo pubblicato quest’anno. Sono delle bellissime cronache di viaggio che raccontano dell’Andalusia e del Marocco negli anni Trenta. Arlt è un osservatore impareggiabile, e chi ha letto i suoi romanzi lo ritroverà nella veste di osservatore. È la prima volta che vengono pubblicate in Italia.
– In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
Purtroppo è così, basta fare un giro in una capitale estera per rendersene conto. Si tratta di una questione di educazione, prima di tutto. Quindi la prima cosa da fare è invertire la tendenza e ridare al settore formativo l’importanza che si merita. Dalle scuole elementari fino all’Università, è il solo modo per rimettere in piedi un paese, anche dal punto di vista della lettura, che ne costituisce il tassello fondamentale, quello senza il quale tutti gli altri vengono giù.
– Cosa ne pensate delle vendite online che stanno sempre più prendendo il posto delle librerie tradizionali?
Le vendite online, che in molti prevedevano avrebbero sostituito la libreria, sono solo una parte del settore del libro. Sono utili quando fanno risparmiare il lettore e permettono di leggere di più, ma andrebbero compensate con aiuti alle librerie che mantengono un legame forte con il territorio. Senza le librerie temo che perderemmo di più di quanto non guadagneremmo con le vendite online.
– Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi?
Direi che abbiamo un rapporto equilibrato: ci vediamo ogni tanto e quando lo facciamo abbiamo un sacco di cose da raccontarci. Insomma, non pubblichiamo cinquanta foto al giorno, ma teniamo al corrente i nostri lettori delle iniziative e dei libri che pubblichiamo. Una casa editrice di qualità si fonda su un solido legame con il suo pubblico, e i social servono anche a questo. Sono uno strumento utilissimo per raggiungere un fine più alto, o almeno così dovrebbe essere ed è così che li intendiamo.
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