IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato Ilaria Troncacci, Francesco Giacomantonio e Pietro Del Vecchio della DEL Vecchio Editore
Presentatevi ai nostri lettori. Come nasce la vostra casa editrice, come si è sviluppata e quali sono gli eventuali piani per il futuro?
La casa editrice è nata nel 2007 con l’intenzione di proporre al pubblico libri negli interstizi, da un’idea di Pietro Del Vecchio in collaborazione con Paola Del Zoppo. Iniziando con la poesia in un momento in cui la poesia veniva poco proposta, e con volumi che traducevano solo le singole raccolte di poeti, insomma, un tentativo di riportare il livello e la modalità delle pubblicazioni poetiche agli habitus degli anni Settanta, ma anche di richiamare il modus internazionale, che qui si era un po’ perso (ma per fortuna è in ricrescita). Pian piano la casa editrice si è aperta al romanzo e al racconto di genere e poi al romanzo tout court, per poi aprire, tra le prime in Italia in quegli anni, una collana dedicata solo ai racconti nel 2009 (anche qui oggi per fortuna siamo tornati a una maggior vivacità) e attraversare un periodo, tra il 2008 e il 2012, dedicato in prevalenza a un asse linguistico-culturale francofono e germanofono. Dal 2012 in poi, con la direzione definitivamente condotta da Paola Del Zoppo, la casa editrice ha preso una direzione strettamente progettuale, improntata alla collocazione critica, a una ancor maggiore attenzione alla ricerca e, rielaborando le collane solo secondo “modi letterari”, ha riaperto a tutte le manifestazioni linguistiche, con un focus particolare sulla letteratura sperimentale, surreale, dissonante e ironica. Gli autori italiani, scelti e curati da Vittoria Rosati Tarulli, sono stati uno specchio dei movimenti di pensiero all’interno della casa editrice e li sentiamo tutti molto nostri. A partire da Andrea Ballarini, che è da poco scomparso e ci manca moltissimo, a Angelo Orlando Meloni, Fabio Massimo Franceschelli, Luigi Cecchi, Tito Pioli, Luca Ragagnin, Roberto Saporito, Gianni Agostinelli, l’ironia, l’impegno, il rovesciamento e l’attenzione alla precisione linguistica sono una cifra della casa editrice. Abbiamo pubblicato anche un libro di forte denuncia, inserito nel filone della narrativa delle donne, come Una morte sola non basta di Daniela Alibrandi, un libro in quel momento perfettamente inserito nel dibattito culturale. Ci fa piacere che molti libri siano stati premiati, qui in Italia, molti dei nostri autori italiani hanno avuto riconoscimenti importanti (Franceschelli al premio POP, Cecchi al premio Biblioteche di Roma), e molti dei nostri autori stranieri (tra i più premiati all’estero con premi di calibro nazionale e internazionale) si sono fatti spazio anche tra i premi italiani, come Laroui, Vanderbeke (premio Insula europea), Seiler (Premio internazionale Città di Como con Kruso) e Kapllani (Premio Letterature dal fronte).
Siamo inoltre assolutamente convinti che uno dei punti più importanti della “svolta” sia stata la scelta del progetto grafico di Maurizio Ceccato che ci ha permesso di evidenziare la nostra voglia di eversione all’interno del panorama editoriale anche in senso grafico e ha reso i nostri libri davvero “visibili”, riconoscibili e – diciamolo – semplicemente bellissimi anche e soprattutto nella loro carica talvolta parodica e antididascalica.
Nel 2019 ripartiamo con un grosso numero di pubblicazioni e autori nuovi, tra cui teniamo a segnalare Amilcar Bettega e Dimitris Sotakis autori . E una nuova piccola collana che si chiamerà Altreforme e che proporrà testi in bilico tra creazione poetica e metanarrazione del sé e della scrittura, di autori rappresentativi della casa editrice (tra cui i primi saranno Hilde Domin, Gwyneth Lewis, Lutz Seiler). E’ appena uscito (in libreria dal 10 maggio) un romanzo dal carattere molto classico: La vergine olandese di Marente de Moor. E nuovi libri in arrivo di Konatè, Laroui, Willis, Toptas, Driessen, Andruchovych, Lewitscharoff. E ancora, altri testi di classici dimenticati come Leonhard Frank e una preziosa nuova edizione e traduzione ad opera di Andrea Landolfi, dell’Andreas di Hugo von Hofmannsthal, che si inseriscono nella nostra idea della scoperta o riscoperta di libri e autori del passato, a volte curiosamente non tradotti (Josephine Johnson scoperta e fortemente voluta per l’Italia – ora ormai conosciuta anche qui – ma anche inediti di Colette, Frisch, Frank, Roberto Arlt, Guimaraes Rosa). Arriveranno testi di letterature baltiche e abbiamo iniziato le nostre ricerche nelle letterature slave e cinesi.
A che tipo di lettori si rivolge?
A tutti e con grande fiducia. I nostri non sono autori strani, né respingenti, molti lavorano sulla sperimentazione, la parodia e la metaletteratura, che sono però caratteristiche che secondo noi vanno incontro al lettore e non viceversa. Pensare che molti autori contemporanei da noi scelti e tradotti per primi in Italia ora sono nei manuali letterari e negli studi critici dei diversi paesi non ci spaventa e anzi crediamo che sia così che vada fatta la storia della letteratura, giocando d’anticipo e non puntando alle vendite o cercando un canone che non può esistere e che invece è reale se è dato dal congiungimento tra un approccio critico letterario e di lettura diffusa. Il best seller conquista il lettore meno forte, ma non lo convince della bontà della letteratura. La categoria editoriale può aiutare il libraio di catena che non ha scelta sui libri da vendere, ma annoia e mette in difficoltà il libraio competente e appassionato, e lo stesso accade con i lettori. Se un libro è buono per la chiacchiera superficiale, resta una meteora che dura quanto una brutta partita sportiva (perchè quelle belle invece ce le ricordiamo). Così in questi anni abbiamo puntato tutto sulla qualità dei nostri autori e dei nostri stessi progetti. Diamo il giusto valore alla bellezza e alla utilità delle informazioni: in una veste grafica di altissima qualità estetica ci di fa un’idea del testo attraverso le parole chiave in quarta di copertina oppure attraverso le “istruzioni per l’uso” si può giocare con la collocazione delle idee del libro. Inoltre da molti anni abbiamo il nome del traduttore in copertina, nel colophon i revisori i redattori… è importante per il lettore sapere quante persone sono dietro a quella storia. Che era una storia nella testa dell’autore, ma poi ha trovato tante vie. Crediamo che così vadano proposti ai lettori di grande significato letterario, senza limitazioni cronologiche o geografiche e restiamo convinti che cultura e bellezza siano valori etici interdipendenti e come tali vadano presentati. Ogni volume cerca di essere di per sé assolutamente compiuto, è curato e arricchito, reso unico, dalla veste grafica, dal paratesto, dal significato preciso che l’oggetto libro acquisisce nella realtà editoriale contemporanea italiana e nel preciso momento in cui appare. Per questo, accanto a testi letterari dei nostri giorni, pubblichiamo libri che sono contemporanei nella loro essenza o che lo diventano nel rapporto con il nostro oggi: volumi inediti o ormai dimenticati di autori di grande spessore e di eccezionale capacità di descrizione di realtà umane e sfondi sociali. E’ ovvio che proponiamo ai lettori libri che li sfidino, che non li rassicurino nella convinzione che anche il lettore “faccia” il libro. E tutto questo a un prezzo equo per il lettore, persino basso rispetto ai costi, alla qualità e anche in comparazione con altre case editrici. Ogni libro quindi si propone di volta in volta come unico, nel suo sfiorare corde talvolta dimenticate della comunicazione letteraria, e il lettore stesso è reso parte attiva di tale processo grazie allo stimolo e alla valorizzazione delle sue percezioni, conoscenze e curiosità. Invitiamo tutti a fare un giro sul nostro sito per rendersi conto della semplicità, della fiducia e dell’allegria dietro a questo progetto, oltre che della grandezza degli autori proposti senza che loro stessi la ostentino.
Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?
E’ troppo difficile rispondere. Italia di Franceschelli è un libro che ci ha riunito. Il progetto di pubblicazione di tutte le opere di Hilde Domin ci ha impegnato tantissimo – proporre al pubblico italiano una poetessa e scrittrice che in Germania era su tutti gli scaffali negli ultimi 50 anni e qui non solo mancava, ma aveva bisogno di una rielaborazione critica ci ha sfidato – e sta lentamente giungendo a conclusione, grazie all’impegno di traduzione di Ondina Granato in primis, alla cura di Paola Del Zoppo, all’attenzione di Anna Maria Curci. Autori come Lutz Seiler e Sibylle Lewitscharoff ci restano sempre in testa, perché hanno avviato dicussioni importanti in casa editrice su cosa voglia dire scrivere un buon romanzo. Moussa Konatè, che purtroppo ci ha lasciato, e che abbiamo portato per primi in Italia e abbiamo avuto l’onore di conoscere. Driessen! Che con Padre di Dio ci ha fatto vedere, sorridendo, come una storia può raccontarne mille eterne e intanto lasciare un senso di poesia che incatena. Sarà un autore di cui riproporremo un testo a breve, ma che vorremmo seguire per ogni libro che farà. Daniel Sada, di cui il capolavoro Quasi mai ha fatto riconoscere il coraggio di Pietro Del Vecchio come editore… Fouad Laroui, che abbiamo conosciuto, ascoltato, ammirato e di cui continueremo a pubblicare testi, perché racconta l’incontro culturale superando ogni banalizzazione. Chevillard perché rompe tutti gli schemi letterari e li decostruisce, ed è proprio ciò che vogliamo fare. Ma come libro forse metteremmo al primo posto Impronte, del turco Hasan Ali Toptas, che ci ha commosso e coinvolto tutti. E ne arriveranno altri suoi e di tutti gli autori che abbiamo citato.
Ma poi il pensiero va a Gazmend Kapllani: intelligente, profondo, capace di raccontare la tragedia con una sensibilità che si fa amara ironia. Alla giovane e saggia Deborah Willis, che con la sua splendida raccolta di racconti Svanire, ci ha fatto vedere dove si può arrivare semplicemente raccontando, e che ha convinto tutti che la strada intrapresa – sulla via del racconto breve, ma che in quel momento rappresentava un andare oltre i falsi miti dell’editoria – fosse quella giusta. In generale, ogni autore scoperto da noi è memoria e storia della casa editrice, e restiamo affezionati a quella memoria anche se poi gli autori, per motivi diversi, vengono acquisiti da altri. Sapere che hai scoperto un autore, o che l’hai “portato tu in Italia” perché la ricerca è stata fatta con libertà di vedute è un pensiero che ci dà molto coraggio e comunque non c’è un solo libro o un solo autore a cui non abbiamo creduto fino in fondo.
– In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
Non ci sono risposte, se non: riflettere davvero sulla qualità. Lavorare affinché ci si tenga lontani dai luoghi comuni. Diversificare le letture, accantonare i best seller, cercare ciò che può diventare un classico, anche da lettori. Così si innesca una catena, la lettura di un buon libro ne fa cercare un altro. Di un libro medio – banale – o non buono spegne l’idea di lettura in sé.
– Cosa ne pensate delle vendite online che stanno sempre più prendendo il posto delle librerie tradizionali?
E’ una questione di relazione. Può essere utile avere la possibilità di comprare online soprattutto se non ci sono più librerie facilmente raggiungibili, o nelle cittadine, come spesso è, ci sono solo librerie di catena che non propongono, non hanno e spesso non conoscono neanche il panorama letterario.
– Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi ?
Crediamo di sì. I social possono essere più aperti alla divulgazione di idee e principi meno diffusi, ma essere anche un’arma a doppio taglio, e giocare sul rendere un certo libro un fenomeno di massa. Non devono servire, a una casa editrice come la nostra, per scivolare nel mainstream. Noi leggiamo tutto, dal libro giallo alla poesia di nicchia, ma cerchiamo di restare sempre liberi, e il mainstream ci preoccupa. Comunichiamo sui social quello che sentiamo di poter condividere senza necessariamente inserirci in thread o cercare approvazione. I nostri libri parlano da soli, e molto chiaramente, delle nostre idee riguardo la società, la politica e le relazioni rarefatte.
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