IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Orlando Del Don di Flamingo Edizioni Bellinzona (Svizzera)
– Presentatevi ai nostri lettori. Come nasce la vostra casa editrice, come si è sviluppata e quali sono gli eventuali piani per il futuro?
La Flamingo Edizioni nasce nel 2008 come “Quovadis”. È però nel 2016 che la nostra piccola Casa Editrice spicca coraggiosamente il volo verso gli ideali che la contraddistinguono: riavvicinare le persone alla lettura e alla scrittura e ritagliare, nel mondo, un luogo dove la pubblicazione di un talento non sia a pagamento.
– A che tipo di lettori si rivolge?
Offrendo ai nostri lettori dodici collane che abbracciano varie forme e generi, spaziando dal romanzo al saggio, siamo in grado di rivolgerci a un pubblico variegato. Abbiamo comunque l’intento di ampliare ulteriormente la varietà dell’offerta e, a questo proposito, stiamo progettando alcune interessanti idee per il futuro.
– Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?
Ogni progetto e ogni libro hanno una loro storia. Siamo legati ad ognuno di questi per motivi diversi. Non dimentichiamo mai che dietro ogni progetto, libro o collaborazione ci sono idee, impegno, ma soprattutto persone.
Inoltre, la nostra Casa Editrice tende a guardare al futuro. Dunque: avanti il prossimo!
– In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
Le statistiche non sono mai certe. Bisognerebbe chiedersi che cosa viene letto. Indubbiamente, anche da parte dell’Editoria servono innovazione e coraggio.
Il nostro obiettivo – cominciando dal territorio ticinese – è quello di risvegliare la voglia sopita di leggere nelle persone, ma anche il desiderio di scrivere; due processi ben distinti che tuttavia vanno sempre di pari passo.
– Cosa ne pensate delle vendite online che stanno sempre più prendendo il posto delle librerie tradizionali?
Ci si potrebbe chiedere se i negozi online siano un prezioso alleato di quelli tradizionali o il primo riflesso del loro tramonto.
Noi da un anno abbiamo inaugurato “I Giardini della Mente”, un negozio che definire “di libri” sarebbe ben riduttivo. IGM per noi è un punto di incontro, confronto e crescita.
Ci si relaziona sempre meno con l’altro; i negozi, in particolar modo le librerie, sono centri fondamentali per l’incontro di idee, opinioni e conoscenze, che molto spesso diventano, per loro natura, fonte di ispirazione e creatività.
Non vorremmo che la vendita online rimpiazzasse la vendita tradizionale, ma bensì che la integrasse in qualità di servizio.
– Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi?
I social sono interessanti strumenti. Per quanto questa possa essere una verità lapalissiana, il loro risvolto, positivo o negativo che sia, è dettato dal modo in cui questi vengono utilizzati. Noi ci stiamo muovendo a piccoli passi; non vogliamo essere l’ennesima “pagina” che invia continuamente informazioni non richieste all’utente. Vorremmo piuttosto stimolare la curiosità, il desiderio di ricerca e di confronto, anteponendo la qualità alla quantità.
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