IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Niccolò Rada di Fucine Editoriali
– Presentatevi ai nostri lettori. Come nasce la vostra casa editrice, come si è sviluppata e quali sono gli eventuali piani per il futuro?
Siamo una piccola casa editrice indipendente toscana (non a pagamento, ci teniamo molto a precisarlo), con sede a Pietrasanta. E io, Niccolò Rada, ne sono l’editore. Io e mia moglie abbiamo iniziato questo percorso più o meno un anno fa. La nostra scelta di aprire una casa editrice parte da una profonda passione per la lettura, un amore nato da bambini.
Nella nostra presentazione sul sito abbiamo scritto “due persone che semplicemente hanno letto troppi libri” anche se giochiamo su quel “troppi” perché i libri non lo sono mai. La nostra passione non riguarda solo i libri in quanto “testi” ma anche in quanto “oggetti”. Lavoriamo molto sulle copertine, sulla scelta della carta e sulla grafica; e anche quando andiamo a comprare un libro per noi poniamo molta attenzione all’edizione.
Puntiamo molto sulla qualità del nostro a prodotto, a discapito della quantità, sicuramente più remunerativa. Per ora il piano per il futuro è crescere un po’ come casa editrice, con un anno e mezzo alle spalle, ci riteniamo ancora molto giovani; vorremmo che questa casa editrice diventasse il nostro lavoro, per ora ne abbiamo un secondo. Ci piace remare contro corrente tra chi dice che “la cultura non paga” e chi che “i giovani di oggi non hanno voglia di lavorare”. Ce la faremo? Boh.
– A che tipo di lettori si rivolge?
Non ci rivolgiamo a un lettore specifico, anche se i nostri sono sicuramente lettori attenti che non si fermano all’ultimo best seller uscito. Pubblichiamo narrativa, sia di genere che non, per cui ce n’è per tutti i gusti. Stiamo creando anche una collana di poesia e nel nostro catalogo ha trovato posto anche un fumetto per bambini.
– Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?
Noi lavoriamo molto su tutti i nostri libri, quindi sceglierne uno è molto difficile. Indubbiamente “Julia” di Gianluca Bechini ha un posto nel nostro cuore perché è il primo libro che abbiamo pubblicato. Siamo molto affezionati al progetto “Versilia Heroes” il nostro unico fumetto. Prima di tutto perché parla del nostro territorio, poi perché è un progetto a lungo termine, che ci vedrà impegnati per varie uscite. In più questo progetto ci porta a collaborare con molte persone: Matteo Tarabella (ideatore), Umberto Sacchelli (eccelso fumettista) e da quest’anno abbiamo una nuova entrata, Max Monteduro (colorista dalla lunga carriera di collaborazioni con Disney).
– In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
Il quadro è molto ampio, c’è da dire che spesso si esclude dall’idea di lettura tutto ciò che non è libro (vd giornali, riviste, online). È vero che si leggono pochi libri? Dipende molto dai parametri che si usano per misurarlo: rispetto al passato? Rispetto ad altri paesi? Ci piacerebbe focalizzarsi più sull’allargare la passione per la lettura a prescindere dal punto di partenza. Sicuramente sarebbe importante puntare sui ragazzi e avvicinarli alla lettura come piacere, ancora, soprattutto nelle situazioni scolastiche, la lettura è un’imposizione che non lascia spazio alla soggettività dello studente.
– Cosa ne pensate delle vendite online che stanno sempre più prendendo il posto delle librerie tradizionali?
Il libro è un oggetto e come tale subisce le regole del mercato. Le librerie per noi sono posti magici e non vi rinunceremmo mai, ma è semplice comprendere l’abitudine di molti che scelgono l’online. In questo mercato i librai devono fare lo sforzo di far risaltare quello che li differenzia dagli acquisti online: la passione, i consigli e le competenze.
– Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi?
Facciamo parte di una generazione un po’ al limite, molti ci definirebbero “millennials”, quindi siamo cresciuti con internet e con l’avanzare della tecnologia e del web 2.0. Avendo per noi internet sempre fatto parte delle nostre vite, il nostro uso dei social è piuttosto istintivo e positivo. Sono mezzi con un forte potenziale che però per essere usati al meglio necessitano grande sforzo e impegno, soprattutto in termini di tempo.
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