iL Passaparola dei Libri ha intervistato la scrittrice Gabriella Genisi
Gabriella Genisi, barese, con i suoi intriganti gialli dall’ambientazione pugliese è una delle scrittrici più attive e apprezzate nel panorama della narrativa poliziesca e investigativa: la sua Lolita Lobosco ha riscosso, inoltre, un lusinghiero successo anche in versione televisiva nell’interpretazione di Luisa Ranieri.
La nostra redazione l’ha intervistata per voi.
E’ certamente uno dei classici della narrativa e oggi si può dire che il romanzo giallo stia nuovamente attraversando un periodo di grande fortuna: come è cambiato il genere negli anni e quale potrebbe essere la sua prossima evoluzione, secondo lei?
Effettivamente, almeno per quanto riguarda il mercato italiano, il romanzo giallo tiene banco da quasi 100 anni, da quando cioè la casa editrice Mondadori da vita a una collana destinata a rivoluzionare quello che all’estero viene chiamato hard boyled e che in Italia diventa il Giallo mutuando in nome proprio dal Giallo Mondadori. Negli anni, ma soprattutto da Camilleri in poi, gli scrittori di gialli limano la parte dedicata all’investigazione e ampliano quella dedicata al racconto sociale e alla cronaca contemporanea. L’evoluzione dal mio punto di vista potrebbe essere una diminuzione dei personaggi seriali, talvolta troppo protagonisti delle storie, e un dosaggio diverso di narrazione e di crime.
Esistono, secondo lei, uno o più elementi che contraddistinguono la produzione narrativa del genere in ambito italiano al punto da rendere il “giallo italiano” immediatamente distinguibile anche nel panorama internazionale?
Sicuramente la differenza è una geografia della letteratura Gialla che va dalla Valle d’Aosta del vicequestore Schiavone, passando dalla Genova di Bruno Morchio, dal Veneto di Massimo Carlotto, dalla Sardegna di Pulixi, fino alla Napoli di De Giovanni, alla Bologna di Lucarelli, Verasani e Oliva, o alla Basilicata di Mariolina Venezia e dell’anatomopatologa Viola Guarino di Piera Carlomagno. Insieme alla cura del racconto della provincia.
Come la sua Lolita Lobosco, uno dei personaggi più interessanti apparsi negli ultimi anni, molte donne sono protagoniste della narrativa noir e “gialla” degli anni più recenti: si potrebbe parlare di “giallo al femminile” o non pensa che ci sia sostanziale differenza rispetto ai romanzi con protagonisti maschili?
Oggi si è ristabilito un equilibrio tra investigatori di genere femminile, maschile e gender fluid, rendendo giustizia alle diversità. Per molti anni le donne venivano inserite nei romanzi gialli unicamente come sottoposte: da Grazia Negro di Lucarelli, a Camilla Cgliostri di Giuseppe Pederiali. Fu Silvana La Spina nel 2007 a pubblicare per la prima volta un giallo con una commissaria come protagonista. Uno sbirro femmina. La mia Lolita era già nata, ma solo nel 2009 trovò un editore.
La serie televisiva su Lolita Lobosco ha riscosso un notevole successo di pubblico : lei crede che la trasposizione televisiva dei romanzi gialli sia utile all’evoluzione del genere o, al di là del successo commerciale del momento, rischi piuttosto di inflazionarlo e stereotiparlo?
Credo che il mercato televisivo si orienti verso il gusto e le esigenze dei telespettatori. Per quanto riguarda gli stereotipi, mi pare al contrario che le figure principali delle serie televisive siano abbastanza sfaccettate. Creare oggi un altro Montalbano non avrebbe senso. Era e resterà un personaggio unico.
Oggi, il ruolo delle reti sociali come Facebook o Instagram è un dato di fatto impossibile da ignorare, eppure in molti faticano ancora a legittimarlo in campi come quello dei libri e della lettura: secondo lei lettura e reti sociali possono convivere in modo sinergico o è fatale che si escludano a vicenda?
Ritengo che da oltre 10 anni a questa parte il tempo delle buone letture è purtroppo diminuito a causa delle ore nelle quali siamo connessi. Al tempo stesso è possibile proprio attraverso i social creare delle interessanti comunità di lettori che interagiscono tra loro e diffondono l’amore per i libri e la lettura. Il Passaparola dei libri ne è l’esempio.
redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
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