IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Roberto Russo di Graphe.it edizioni
Come nasce la vostra casa editrice, come si è sviluppata e quali sono gli eventuali piani per il futuro?
Graphe.it edizioni, fortemente voluta e poi costituita nell’estate del 2005, incarna un’idea di progetto attenta alla qualità del testo e alle sue potenzialità di arricchimento spirituale per il lettore: sin dall’inizio abbiamo preferito pubblicare un numero limitato di titoli (per narrativa, poesia e saggistica), selezionati in base al valore e interesse letterario, curati con competenza e distribuiti in tutto il territorio nazionale. Crediamo che per creare un catalogo valido si debba in primo luogo condividere con l’autore il sogno e coltivare, oltre al rapporto commerciale, quella relazione umana che desideriamo traspaia dalle pagine.
A che tipo di lettori si rivolge?
La maggior parte dei nostri titoli è di saggistica, tra storia e filosofia. Titoli che vanno da testi più scientifici a saggi più godibili. Quindi il lettore ideale è soprattutto una persona soprattutto a cui piace lasciarsi spiazzare anche da testi che affrontano temi un po’ inusuali.
In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?
Le statistiche dicono così e io non ho gli strumenti per contraddirle, anche se gli ultimi dati segnalano una leggera ripresa. Exempla trahunt, recita un detto latino: gli esempi trascinano. Se una bambina o un bambino non vede mai nessuno leggere, difficilmente leggerà. Se si legge in famiglia, se si mostra ai ragazzi che avere un libro in mano è qualcosa di bello, allora, a mio modo di vedere, la tendenza si invertirà.
Cosa ne pensate delle vendite online che stanno sempre più prendendo il posto delle librerie tradizionali?
Le vendite online sono un dato di fatto in molti settori. E lo sono anche per i libri. Al di là dell’aspetto romantico, infatti, il libro è un prodotto che va venduto. È vero che è un prodotto particolare e che l’ideale sarebbe comprarlo in libreria, ma è anche vero che in diverse zone d’Italia non ci sono librerie e quelle online svolgono un servizio insostituibile. Per molto, troppo tempo si è fatto un muro contro muro, soprattutto da parte delle librerie fisiche contro quelle online, ma se non si trova una via di mezzo, sarà ancora più difficile. La possibilità di trovare il giusto compromesso c’è: penso, per esempio, a iniziative come Libri da asporto e Bookdealer che affiancano le vendite online delle librerie tradizionali.
Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi?
Siamo presenti sui social da tempo (la nostra pagina Facebook ha dodici anni, il profilo Twitter va per gli undici e poi seguono a ruota altri profili, anche su piattaforme che ora non esistono più) e in questo lasso di tempo le cose si sono evolute, come è naturale. I social sono senza dubbio utili, ma non sono tutto. Esserci è fondamentale, ma non si deve pensare che mille «mi piace» vogliano dire qualcosa. Se a ogni «mi piace» corrispondesse una vendita, il discorso sarebbe diverso! Usiamo i social per presentarci, farci conoscere, creare rete, mantenere contatti, ma il grosso del lavoro è sul prodotto libro. Come dico sempre nei video di presentazione delle nostre uscite (a proposito: il nostro canale Youtube ha tredici anni), per noi conta la qualità e non la quantità.
redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
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