IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Giulia Catenacci della Libreria Bianca&Volta Riccione
Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?
– Sono Giulia e sono titolare della Bianca&Volta di Riccione, una libreria indipendente per grandi e piccoli lettori, situata a pochi passi dal mare. La libreria nasce nel 2007, io l’ho rilevata nel 2013 e da allora la porto avanti con passione.
Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?
– Lettori di ogni tipo e di ogni età. Quando ho preso in gestione la libreria, già ampio spazio e cura era dedicata all’albo illustrato e alla letteratura di qualità per bambini e ragazzi: ho deciso di proseguire su questa linea ampliando l’assortimento e la ricerca, ma senza trascurare la narrativa per adulti e la saggistica, avendo cura di essere una libreria di proposta.
Lettori si nasce o si diventa?
– Si nasce e si diventa. Il bisogno di storie e narrazioni, ma anche la curiosità e la sete di sapere, sono dentro tutti noi: a volte è solo questione di trovare il tempo, di scoprire la ricchezza della lettura e il piacere che può darci.
Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
– I momenti di crisi sono difficili per definizione, ma possono anche contenere una spinta all’evoluzione e al cambiamento. Credo che questo momento ci obblighi a concepire il lavoro di libraio in modo sempre nuovo. Come libraia, la chiave che ho trovato è tentare di offrire non solo un buon assortimento e una scelta accurata delle proposte, elemento fondamentale e imprescindibile, ma anche un’esperienza diversa, un luogo di incontro e confronto, l’immersione in un ambiente piacevole.
Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?
– Ad oggi nessuna attività può fare a meno dei social, che del resto sono un ottimo mezzo per farsi conoscere e per parlare di libri: sono uno spazio di confronto, in cui la dimensione individuale della lettura si trasforma in dimensione collettiva. Come libreria sono presente sui social, ma uno dei miei obiettivi al momento è proprio aumentare questa presenza.
Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
– A stupirmi del fenomeno del tormentone non è tanto il singolo titolo, quanto il meccanismo in sé: sono diventati tormentoni sia libri di buona qualità sia libri di basso spessore letterario. Non credo sia possibile individuare una causa specifica, probabilmente il tutto nasce da una coincidenza di più fattori: il passaparola appunto, il modo in cui il libro viene comunicato, l’incidenza di un determinato argomento in un determinato momento…
Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?
– Non saprei dirlo, perché appunto ci sono troppi fattori difficilmente prevedibili. Quello che posso dire in base alla mia esperienza, è che in libreria risento certo dell’influenza del tormentone, ma in maniera limitata. La maggior parte dei lettori entra qui chiedendo un consiglio, un buon libro, e io cerco di suggerire il titolo giusto in base ai gusti della persona e al mio bagaglio di letture.
In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?
– Da libraia posso dire che ci sono ragazzi che leggono tantissimo. Certo, oggi ci sono tante distrazioni che letteralmente rubano il nostro tempo, ma questo riguarda non solo i ragazzi, ma anche gli adulti. Dobbiamo tutti sforzarci di creare spazio per le attività che ci danno un vero benessere, e credo che la lettura decisamente sia nel novero di queste attività. Detto ciò, credo che si debba sia proporre ai ragazzi libri di qualità, sia essere noi adulti i primi a trovare il tempo per leggere.
Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?
– La lettura digitale, per come l’ho sperimentata, è un’esperienza molto diversa, che coinvolge in modo differente la mente e i sensi. Certo può essere una modalità parallela, ma il libro cartaceo ha tutt’altro che finito di dire la sua.
Consigliate tre libri, secondo voi imperdibili, ai nostri lettori, motivandone la scelta.
– Difficile sceglierne solo tre! Ad ogni modo anche in base alle mie ultime letture suggerisco “La manutenzione dei sensi” di Franco Faggiani (Fazi editore), perché con delicatezza e sensibilità ci racconta come sia possibile affrontare le difficoltà più grandi, lasciandoci un senso di leggerezza e amore per la vita; “La tigre” di Polly Clark (Atlantide edizioni), particolare, bellissimo e intenso; infine l’albo illustrato “L’anima smarrita” (Topipittori), scritto da Olga Tokarczuk, Nobel per la letteratura, che con poesia ci ricorda quali sono le cose davvero fondamentali della vita.
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