IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato Francesca e Giacomo della Libreria del Convegno Milano
Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?
La Libreria del Convegno è una libreria indipendente di quartiere, luogo di incontro e di scambio, un presidio culturale e una comunità di lettori. Nasce nel 1978 a Milano, in via Lomellina 35 dove tuttora si trova. Duranti questi quarant’anni di storia diversi librai si sono avvicendati nella gestione della libreria fino ad arrivare a Giacomo e Francesca che se ne prendono cura da sei anni.
Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?
La libreria affonda le sue radici nel quartiere che la circonda, ragione per cui la gamma dei suoi lettori è molto ampia. Condividono i suoi spazi piccoli lettori in erba, giovani adulti, mamme, papà e nonni, clienti curiosi alla ricerca di qualcosa di particolare o di un regalo e una solida base di lettori appassionati che non esitano a condividere consigli e commenti sulle loro letture con i librai.
Lettori si nasce o si diventa?
Lettori si diventa. Genitori ed educatori sono essenziali per instillare nei più piccoli l’idea che la lettura debba essere prima di tutto un divertimento e non un dovere.
“Noi leggiamo per nostro piacere, disse la Regina. Non è un dovere pubblico” (Alan Bennet, La sovrana lettrice, Adelphi) è infatti una delle citazioni che ci guidano nel nostro lavoro insieme al decalogo del lettore di Daniel Pennac.
Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
Il lavoro del libraio è sicuramente cambiato molto; da un lato la digitalizzazione lo ha facilitato in maniera inimmaginabile ( abbiamo un vago ricordo di quando per cercare un libro bisognava consultare i tomi dell’Editrice bibliografica invece di fare una rapida ricerca su internet), dall’altro la sempre più ampia offerta e possibilità di acquistare libri (Amazon per primo, ma non solo) ha trasformato la libreria tradizionale, soprattutto se indipendente, in un luogo che trova il suo senso di esistenza nei legami che si creano con le persone e nella comunità che riesce a creare intorno a sé. Anche il lettore è cambiato in questi anni diventando sempre più consapevole delle proprie scelte di lettura ma spesso, visto la grande offerta di pubblicazioni e novità, ancora bisognoso di un consiglio e di un suggerimento da parte del libraio.
Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?
Essere “animali social” e restare lettori è senza dubbio possibile e non crediamo che queste due esigenze vadano in contrasto. Sicuramente il tempo che i social media ci rubano tutti i giorni è tanto ma un amante dei libri ne troverà sempre per leggere, purché l’abitudine alla lettura sia forte e radicata, anzi, i social media possono e sono spesso usati per scambiarsi opinioni e consigli di lettura. La libreria ha un suo profilo su Instagram e Facebook, in modo da mantenere vivo il contatto con i suoi lettori anche nel mondo virtuale.
Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
Difficilmente si creano dei veri e propri tormentoni tra i libri che vendiamo poiché i nostri lettori tendono ad affidarsi molto ai consigli dei librai, ragione per cui le nostre classifiche dei più venduti difficilmente rispecchiano le classifiche ufficiali. Ad esempio uno dei libri più venduti degli ultimi mesi è un romanzo della casa editrice Voland L’invenzione dell’amore di José Ovejero, che non ci risulta essere mai entrato in classifica.
Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?
Non lo sappiamo e in generale siamo poco interessati a questo tipo di dinamiche; lo scopriremo insieme ai nostri lettori!
In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?
Secondo la nostra esperienza (nonché le ultime statistiche!) i giovani invece sembrerebbero leggere più degli altri. Quello che ci preoccupa piuttosto è il fatto che in Italia si legga sempre meno indifferentemente dalla fascia d’età. Non si può pretendere che i giovani imparino ad amare la lettura se intorno non hanno altrettanti adulti che li stimolino, non ripentendo loro quanto sia bello leggere ma mostrandogli la passione per la lettura con un esempio tangibile, costante e disinteressato.
Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?
Crediamo che ormai la lettura digitale sia una realtà affermata che può benissimo affiancare e non sostituire la lettura cartacea. Pensiamo che l’importante sia che si legga, quale che sia la modalità scelta. Detto ciò, continuiamo a credere nel valore del libro cartaceo; come diceva Umberto Eco: “Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici. Una volta che li avete inventati non potete fare di meglio. Non potete fare un cucchiaio che sia migliore del cucchiaio.”
Consigliate un libro, secondo voi imperdibile, ai nostri lettori.
Ne consigliamo due: Luce d’estate ed è subito notte di Jón Kalman Stefánsson edito da Iperborea e La trilogia della città di K di Agota Kristof edito da Einaudi.
redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
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