IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato Antonello e Alice della libreria “Diari di Bordo” di Parma
Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?
Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?
Lettori si nasce o si diventa?
Assolutamente si diventa. Con la disciplina e con la pratica a leggere belle storie
Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
Per continuare a stare su mercato , da una decina di anni, il mestiere del libraio è profondamente cambiato. Per stare in piedi, fare una buona proposta culturale nel proprio catalogo e resistere e non chiudere presuppone fare della diversificazione e della qualità un vessillo. Come libreria indipendente è necessario garantire il massimo della Qualità nella proposta culturale verso quelli che sono i nostri clienti lettori. La vita di una libreria indipendente che ha scelto di diversificare l’offerta non è di facile gestione di per sè. Siamo nati con l’intento di non voler essere solo un esercizio commerciale, ma ci proponiamo di essere un presidio culturale , all’interno di un borghetto di centro cittadino, capace di fornire Letture Differenti. Ma non solo consigli intelligenti per una lettura fuori dai soliti autori ed editori, ma anche pensare di portare quelle Letture fuori dai soliti circuiti tradizionali. Si è capito che abbiamo fatto una scelta di campo molto precisa e, se vogliamo, parecchio integralista per quel che riguarda i libri presenti sui nostri scaffali. Abbiamo cercato di sperimentare un’alternativa nuova: utilizzare il meno possibile un distributore nazionale e accorciare al minimo la filiera, instaurando solo rapporti diretti con l’editore e contrattando la scontistica. In questo modo sui nostri scaffali ha potuto trovare ampio spazio quasi tutta l’Editoria indipendente di qualità. Non abbiamo in assortimento libri della major e se li facciamo arrivare è solo su richiesta diretta del cliente. Quella che potrebbe sembrare un’azione suicida per ora ci ha consentito di mantenere integra la nostra indipendenza e il nostro desiderio di libertà.
Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?
Noi siamo stati fin da subito una libreria molto social. Accanto al negozio fisico ne abbiamo associato un altro, grande quanto il mondo intero. Abbiamo iniziato a dialogare costantemente con la community sui social: Facebook, Instagram, Twitter. Abbiamo imparato, per farci conoscere, a saper gestire molto bene i social media ,sfruttando tutte le opzioni messe a disposizioni: dalle gallery, alle dirette Facebook in cui coinvolgevamo i lettori fino a creare Eventi ad hoc di interazione tra i lettori in Rete e la Libreria. Siamo partiti con la creazione di una Pagina Facebook molto curata e poi parecchio seguita e successivamente ci siamo creati un account Instagram e un profilo Twitter dove costantemente mettiamo aggiornamenti. Abbiamo da subito capito che gestire bene un social non era qualcosa che solo un grandi brand poteva fare attraverso grandi agenzie, ma che dedicandoci del buon tempo si poteva fare un ottimo lavoro per fare Rete, anche con un piccolo negozietto di libri tematici. Una serie di post quotidiani di aggiornamento sui nuovi arrivi in libreria, ma anche di divulgazione e informazione su Autori e Case Editrici e nuove uscite, ma anche vecchie edizioni, perché un buon libro non ha nessuna scadenza. Postare tanti libri, sia che fossero nuove uscite ma anche “riscoperte” di autori dimenticati e ottime traduzioni e poi taggare amici e lettori e appassionati ma anche altri librai in giro per l’Italia, dando sempre parecchio spazio al lato umano della libreria, un privilegio che Amazon o IBS ma anche Mondadori e Feltrinelli non potevano e non potranno mai permettersi. Il rapporto umano tra persone è qualcosa che si crea guardandosi in faccia e scambiando sorrisi reali. La forza di una libreria social: si dialoga sui social. E poi si vende dal vivo, perché i clienti passano in libreria. Abbiamo clienti che ci seguono sui social anche da altre città, come Bologna, Modena, Reggio e che poi ci passano a trovare in libreria. O altri che si fanno spedire con un comunissimo piego libri postale libri che scovano sulla nostra pagina Facebook. Abbiamo una cliente di Teggiano, in provincia di Salerno, che ogni mese si fa spedire il suo carico di belle letture. Ma anche un paio di scrittori molto bravi e addirittura una lettrice italiana che vive a Londra. Un metodo questo anche per sostenere la nostra libreria. Le case editrici indipendenti, poi, hanno da subito apprezzato l’immenso lavoro che veniva fatto per la promozione dei loro libri quando creavamo post sulle loro ultime pubblicazioni ma anche sulla riscoperta di vecchie uscite. Non da ultimo la creazione di video surreali, di booktrailer che raccontano i libri che presentiamo al sabato con tanto di regista e sceneggiatura. Video strampalati e sconclusionati, dalla recitazione bislacca, ma che raggiungono un numero di visualizzazioni incredibili. Con una strategia rodata nel tempo abbiamo iniziato ad unire competenza e preparazione ad un aspetto giocoso che nei social è necessario. Per il nostro uso delle nuove tecnologie abbiamo, addirittura, ricevuto un riconoscimento, lo scorso dicembre, alla Camera dei Deputati, come una delle trenta migliori aziende italiane che sanno fare un buon uso dei social network
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Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
Nella nostra libreria ci ha sorpreso piacevolmente, fin dalle prime battute, il successo avuto da un autore che poi da noi è diventato di culto, Kent Haruf. Dalla primavera del 2015 in poi un libro come Benedizione è diventato, in un attimo, un libro che i nostri lettori forti hanno parecchio apprezzato e con il passaparola l’intera Trilogia composta anche da Canto della pianura e Crepuscolo è stata vendutissima. I merito sicuramente va alla casa editrice milanese NN editore, per il sapiente uso fatto sui social nella divulgazione, ma poi anche alla cura raffinata delle traduzioni da parte di Fabio Cremonesi. Il successo nelle vendite si è replicato poi all’uscita del libro postumo di Kent Haruf “Le nostre anime di notte” e in tempi più recenti con Vincoli. Ovviamente intorno a questi libri abbiamo fatto gruppi di lettura, Letture ad Alta voce in libreria, presentazioni delle nuove uscite con l’editore Alberto Ibba e il traduttore Fabio Cremonesi che per ben due volte è venuto a confrontarsi con i nostri lettori.
Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?
In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?
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