IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Marco Paganini dell Libreria Fieschi Lavagna (GE)
Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?
Ciao, sono Marco, e sono un imprenditore. Mi definisco tale perché con me lavora Massimo, e le differenze sono enormi. La libreria ha più di 20 anni, la fondatrice la vendette a Massimo con cui io entrai prima in società, ed in fine rilevai, mantenendolo come dipendente.
Siamo a Lavagna (GE) in una quieta località turistica genovese. “INTRA SIESTRI E CHIAVERI S’ADIMA UNA FIUMANA BELLA, E DAL SUO NOME LO TITOL DEL MIO SANGUE FA SUA CIMA” (Divina Commedia – Purgatorio, Cantico XIX). Si, alla fine è proprio vero: siamo in Purgatorio, anche se per me è un PARADISO.
Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?
Brava gente. Non è un modo di dire, molti sono ormai amici anzichè clienti e nella stagione estiva, quando arrivano “i foresti” cerchiamo di accoglierli alla emiliana, e non alla ligure.
Lettori si nasce o si diventa?
Si diventa. Io lo diventai, in tarda giovinezza (24enne) quando scoprii Marcello Venturi e Cefalonia. Grazie a Dio.
Essere librai nel 2020: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
E’ cambiato tutto, è cambiato il mondo. Perché non avrebbe dovuto cambiare questa attività? Sono cambiati in primis i tempi: bisogna essere veloci. La professionalità, da sola, non basta. Bisogna essere tecnologici ed umili, perché anche in questo lavoro la formazione deve essere un momento della giornata, non è più solo una fase della vita.
Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?
Non solo si può ma si deve. io non li amo ma li uso, e la libreria ne trae giovamento, è un fatto, non una opinione. il lettore oggi non è UN lettore, è una persona che, nel suo insieme, ama la lettura, e se mando in conflitto le differenti passioni, qualcuno sul terreno lo lascio sempre.
Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come la Saga dei Cazalet o I leoni di Sicilia, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
Ce ne sono tanti, sempre. Alcune sono mere opere di marketing di prodotti medio buoni, altri sono l’escalation del passaparola di un libro che altrimenti sarebbe rimasto sullo scaffale a prendere polvere. Non sempre il passaparola è corretto, alle volte “le mode” incidono, ma se un libro ha il pregio di esser letto da qualcuno che non legge mai, ha un valore. Penso alle cinquanta sfumature, che seppur mediamente inutile, ha raggiunto case che non vedevano libri dai tempi di scuola.
Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?
Non saprei, in queste giornate di scarse uscite e tanta tensione non credo ci sarà a breve. Se ne parlerà con certezza questa estate.
In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?
Si, non leggono molto ma potrebbe non essere un problema. Nel senso che se “faccio a gara” coi social, oggi perdo, deve diventare una sana abitudine e per farlo vanno rispettati i tempi di tutti. Di certo ogni libraio che riesce ad entrare nelle scuole con progetti ed attività interessanti, aiuta il futuro di questi ragazzi.
Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?
Basta minacce. Follia. Ogni cosa che crea lettori è mia alleata. Amazon compreso. Per me è solo un canale distributivo, al momento incide poco ma sarà destinato ad aumentare, e quando forse la bilancia sarà a suo favore, ce ne faremo una ragione. Anche se “morissero” le librerie non sarebbe un dramma purché cresca la cultura.
Consigliate tre libri, secondo voi imperdibili, ai nostri lettori, motivandone la scelta.
SULLA STRADA GIUSTA Franceco Grandis
è un libro che dovrebbero leggere tutti, giovani in primis. Ha un potere, che è quello di toccare tasti che potenzialmente cambiano la vita. Oppure, è solo un libro. Dipende da chi lo legge.
BANDIERA BIANCA A CEFALONIA di Marcello Venturi
Perchè è un libro che non andrebbe mai dimenticato. Siamo Noi, siamo L’Italia, e ne è la prova la prefazione del grande Pertini.
LA VOCE DEL GECO, Aldo Boraschi
perchè parla della ‘mia’ Lavagna, perché è scritto da uno scrittore con un cuore enorme e perché è un libro che regala magia. Una fiaba sui tetti di una piccola città.
redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
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