IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Mauro Marrani della libreria Salvemini Firenze
Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?
La Libreria aprì i battenti il 25 marzo 2000, un giorno fatidico … la festa dell’Annunziata, lo storico capodanno fiorentino. Una data fortunata che ha preservato questo luogo dalle avversità più disparate e dal tempo che scorre inclemente.
Rinnovatasi ormai da quasi sette anni con il nome di Libreria Salvemini, ha una gestione ormai consolidata e conosciuta non solo in città, senza però aver mai chiuso e senza aver abbandonato la sua tradizionale impronta. Il proposito è di mantenerla intatta questa caratteristica, offrendo agli utenti una vasta gamma di libri, rari, nuovi ed usati, spesso di prima scelta, con ampi settori dedicati alla storia, non solo locale, alla letteratura italiana e straniera, all’arte e all’architettura, all’esoterismo, alle medicine alternative, alla narrativa, alla filosofia occidentale e in particolare a quelle orientali, alle religioni di tutto il mondo, alla fotografia d’autore, alla musica, al cinema e al teatro e in particolare alle edizioni per bambini e ragazzi, con una variegata scelta di soggetti e autori. Interessante è, inoltre, la scelta nel campo audiovisivo, con cd musicali e VHS-DVD cinematografici e documentaristici, spesso introvabili.
Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?
Nella nostra entrano lettori di ogni età e di ogni formazione culturale, ma stante la tecnologia dilagante i settori meno gettonati sono diventati quelli delle enciclopedie, delle guide turistiche, dell’enogastronomia e anche della narrativa: in questi settori internet e gli ebook la fanno da padroni.
Lettori si nasce o si diventa?
La scintilla del lettore possiamo averla fin dalla nascita ma non possiamo che coltivarla col tempo e con la volontà.
Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
Oggi è l’epoca dei supermarket del libro, un’epoca nella quale la grande distribuzione impera nella società odierna, ma non dobbiamo scoraggiarci … noi vogliamo fortemente non essere un supermarket del libro! La nostra è una libreria che intende sì adeguarsi ai tempi, ma anche mantenere la sua connotazione così apprezzata dal pubblico. Il tutto, in un luogo caldo e accogliente, accompagnato da disponibilità e competenza da veri librai, che sanno cosa giace negli scaffali al di là del computer e dei suoi speditivi metodi di ricerca.
Chi frequenta la Libreria deve potersi sentire come nel salotto di casa, dove poter sfogliare i libri per un acquisto consapevole e dove poter conoscere persone con gli stessi interessi e condividere le stesse passioni, fattori fondamentali in un mondo dove i lettori sono sempre di meno e la cultura ne sta soffrendo.
Per questo, sulla scia del passato, abbiamo organizzato centinaia di incontri ed eventi: non solo presentazioni di libri, letture collettive, rappresentazioni teatrali, ma anche mostre di pittura, architettura, scultura e grafica, nonché laboratori per bambini.
Riteniamo che la gentilezza, il calore, l’attenzione verso i clienti debbano essere i pilastri di qualsiasi attività e in una libreria come questa i potenziali lettori sono sempre i benvenuti.
Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?
Nella società attuale ormai è inevitabile l’uso di internet e delle piattaforme socialnetwork come Facebook e similari. Anche noi ne facciamo largo uso in quanto rapido metodo per far arrivare le nostre iniziative (a anche le nostre offerte commerciali) in maniera capillare ai nostri “Amici”, ma devo dire che la partecipazione agli eventi e la visita in libreria sono ancora molto legate al passaparola o alla semplice passeggiata in centro.
Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
La Libreria Salvemini non è nata per essere una libreria dei bestsellers o delle novità da classifica, anche se possiamo averle senza problemi in breve tempo e seguiamo senza dubbio gli orientamenti della clientela. Facciamo continuamente presentazioni di libri appena usciti: romanzi, racconti, saggi, poesie e quant’altro, ovviamente dopo attenta valutazione dei contenuti visto che oggi “tutti scrivono tutto”; ed abbiamo avuto anche personalità come Philippe D’Averio, Giorgio Ariani, Marco Vichi e molti altri ancora.
Mi preme ricordare un evento straordinario che avvenne sabato 28 febbraio 2015, quando una folla di centinaia di persone si riversò in libreria per la presentazione di un racconto di Silvia Rabatti, “Finalmente allegra” edito da Pagnini (https://www.youtube.com/watch?v=5YieXPRMT94) … in effetti è stata l’unica volta di un successo così grande e inaspettato che mi stupì veramente.
Comunque, la nostra forza, come già detto, sono i libri esauriti, fuori catalogo, talvolta introvabili nemmeno alle biblioteche nazionali centrali.
Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo “tormentone”?
A questa domanda non è facile rispondere perché ormai le uscite editoriali sono talmente numerose e diffuse che non si può prevedere con largo anticipo la pubblicazione di un “tormentone” … forse Dan Brown se rimette in moto la penna?
In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alla lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?
Purtroppo ci è capitato di vedere bambini già attorno ai due anni che, seduti, tentavano di usare le pagine di un libro illustrato come un tablet: sicuramente pensavano si potessero ingrandire le immagini con le dita come in un video. Questa è la fotografia della diseducazione genitoriale che imperversa ovunque.
Il problema del declino dell’interesse per la lettura non è di facile soluzione, neppure parziale. In altri Paesi del mondo la lettura è ancora uno dei pilastri socio-culturali e pure di svago, da noi invece è una perdita di tempo e spesso anche una noia. Quanto ai giovanissimi, se non ci fosse l’obbligo scolastico di alcune letture, saremmo davvero quasi senza lettori al di sotto dei vent’anni.
Forse l’unica soluzione è un cambio di rotta fin dai primi anni di vita da parte dei genitori e della scuola, ma occorre una svolta culturale ad ampio respiro.
Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?
Non la consideriamo una minaccia per la nostra attività, ma una minaccia per la nostra concentrazione mentale e per la nostra salute (gli occhi non sono abituati per natura a certe emissioni) … e poi non ha pari il fascino del libro da sfogliare e – se apprezzato dopo la lettura – da mettere a scaffale a far bella mostra di sé. I libri arredano, da sempre, e invece ora tutti vogliono case spoglie da libri, che a comune sentire sono diventati tutto ad un tratto ingombranti e smaltire, quasi “rottamare” … per questo spesso si sceglie la soluzione del formato digitale che in pochi centimetri di superficie e pochi millimetri di spessore contiene centinaia di libri.
Consigliate tre libri, secondo voi imperdibili, ai nostri lettori.
Va da sé che i grandi classici non debbano mancare mai nei nostri scaffali e nei nostri comodini, ma non vogliamo parlare di ciò che è scontato. Ovviamente trattasi di opinioni personali: il primo consiglio potrebbe essere la quadrilogia di Elena Ferrante de “L’amica geniale”; il secondo uno dei tanti libri di Marco Vichi, fra i quali l’ultima uscita “L’anno dei misteri. Un’indagine del Commissario Bordelli”; il terzo lo potremmo lasciare alla scelta di ciascun lettore.
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