IL PASSAPAROLA DEI LIBRI HA INTERVISTATO Elisabetta Balduzzi della Libreria Ticinum Voghera (PV)
Parlateci di voi. Chi siete e quando nasce la vostra attività?
Mi chiamo Elisabetta Balduzzi e inizio a fare la libraria qui, dove lo sono ancora alla Libreria Ticinum di Voghera, nella primavera del 1996, durante la mia seconda gravidanza (Marta nascerà a luglio). Sono sempre stata nella sede storica di Via Bidone e ho superato e resistito a 24 anni di trasformazioni sociali, storiche, economiche e rivoluzioni digitali.
Che tipo di lettori frequenta la vostra libreria?
Molto variegato per età e per interessi. La libreria ha sempre creduto in un reparto di edizioni e libri locali e per questo è diventata un punto di riferimento per la città e tutto l’Oltrepò Pavese, ma ha sempre dato molto spazio alla letteratura per l’infanzia, con una curata selezione di titoli a partire dai lettori più piccoli accompagnandoli fino all’adolescenza. Senza dimenticare i lettori molto esigenti che trovano nella nostra libreria indipendente una selezione molto precisa di titoli e autori di qualità.
Lettori si nasce o si diventa?
Assolutamente si diventa. Non c’è un dna della lettura.
Essere librai nel 2020, che cosa è cambiato nel mestiere di libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
Data la mia esperienza, in un quarto di secolo è cambiato davvero tutto, rispetto agli anni novanta. Come libraia mi sono dovuta adattare ai cambiamenti sociali, all’avvento della tecnologia, alle crisi economiche, cercando sempre nuove soluzioni e nuovi modi di fare il mio lavoro. Il mio ruolo di libraio è diventato sempre più difficile, ma sempre più necessario, come guida in un mondo editoriale che sforna novità su novità, capolavori su capolavori come dicono gli uffici stampa. Il librario deve conosce i suoi lettori e consigliarli, e capire subito i nuovi clienti e indirizzarli alle loro esigenze. E’ un lavoro che richiede studio, ricerca, letture continue ed empatia con il lettore. Il lettore non cambia, ha sicuramente molti più stimoli editoriali e di intrattenimento. I lettori forti sono sempre più forti. In compenso si vendono più libri ad un pubblico molto più variegato. Inoltre sette anni fa la libreria è diventata anche editore, per reagire alla crisi, per rispondere a quella che sentivamo essere una esigenza territoriale, e ad oggi, abbiamo in catalogo una settantina di pubblicazioni. La casa editrice porta il nome della libreria: Libreria Ticinum Editore.
Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio?
E’ un binomio perfettamente compatibile: sta alla propria intelligenza riuscire a trovare spazio per entrambi nella propria quotidianità. Le reti hanno creato delle comunità di lettori forti che sono molto importanti e determinano spesso la fortuna di un libro. Sui social si trova di tutto, anche critiche o giudizi fatti da persone incompetenti che magari non hanno letto il libro o giudicano la persona. E’ bene imparare a usare i social e non a farci usare da loro.
Si può essere “social” continuando a essere lettori?
Ricordo un adolescente che un giorno mi ha detto: “amo leggere, giocare alla playstation e passare un po’ di tempo sui social. Vado a scuola, studio e riesco a fare tutto. Sono io che decido quanto tempo dedicare ai miei interessi.”
Quanto e come siete presenti sulle reti sociali e che impatto hanno queste sulla vostra attività?
Come libraria sono presente su Facebook con la pagina della Libreria Ticinum e con il gruppo Amici della Libreria Ticinum che cerco di utilizzare al meglio per fare comunicazione, così come su Istagram. Il riscontro c’è perché oggi i social sono le autostrade della comunicazione.
Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni come la saga dei Cazalet o i Leoni di sicilia, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passa parola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
Negli anni ho visto successi molto diversi. Dalla saga di Harry Potter al Codice da Vinci ma anche long seller come La ragazza con l’orecchino di perla che non andava mai in classifica e faceva una nuova edizione ogni mese. Libri molto diversi tra cui anche libri orrendi come Le cinquanta sfumature di grigio. Il successo non corrisponde sempre alla qualità letteraria dell’opera. Oggi sono di moda le saghe, pensiamo a quelle di Montalbano, le narrazioni lunghe, come quella di Elena Ferrante, amate da un pubblico che segue e ama le saghe televisive.
Qual è il titolo che, secondo voi, diventerà il prossimo tormentone?
Non ho la sfera magica in tasca. Vorrei che diventassero tormentoni dei bei libri di vera letteratura.
In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alla lettura i giovanissimi: in base alla vostra esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno?
Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più? I ragazzi leggono di meno rispetto alle ragazze, ma il successo dei cosiddetti young adults dimostra che l’editoria è attenta a conquistare con nuovi prodotti editoriali, talvolta discutibili, nuove fasce di lettori. Non dimentichiamo che la famiglia è fondamentale per crescere futuri lettori. Se un padre va a pesca con il figlio, il figlio diventerà sicuramente un pescatore, così se un padre legge è più probabile che il figlio leggerà anche da grande. I genitori dovrebbero leggere e portare i figli in libreria e in biblioteca. Non basta scaricare tutto il ruolo educativo sulla scuola. Io come libraia organizzo in continuazione letture per bambini o momenti di confronto con i ragazzi anche coinvolgendo le scuole per sensibilizzarli e invogliarli a venire in libreria anche solo per fare un giro.
Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività per il futuro dell’editoria?
E’ sicuramente una risorsa come tutte le innovazioni tecnologiche. Il libro sopravviverà perché ha una storia che dimostra come la carta sia una tecnologia superiore a quella dei devices. La lettura digitale nella sua poca storia ha dimostrato che è e sarà sempre il libro cartaceo a tenere in piedi l’industria editoriale.
Consigliate tre libri secondo voi imperdibili ai nostri lettori motivandone la scelta.
Concedetemi un po’ di campanilismo ma il primo libro secondo me imperdibile è Ritratti italiani del vogherese Alberto Arbasino, pubblicato da Adelphi, che con la sua scrittura virtuosa, intelligente, pettegola, caustica e irriverente ma capace sempre di cogliere nel segno anche da un punto di vista civile, è annoverato tra i migliori autori italiani contemporanei. Il secondo libro che consiglio è Radiosa aurora di Jack London pubblicato da Lindau. E’ poco conosciuto ma un vero capolavoro dell’autore, purtroppo famoso solo per i suoi romanzi come Zanna Bianca e Il richiamo della foresta che non sono solo libri per ragazzi. Terzo ma non ultimo un libro di racconti, che pochi amano leggere, purtroppo, ma che sono una forma narrativa straordinaria, di Nadine Gordimer, Il saccheggio, pubblicato da Feltrinelli. L’eredità coloniale, il rapporto tra razze diverse, le ingiustizie sociali, l’amore e la morte. E’ un libro che invita a riflettere sul mondo di oggi. Leggetelo, da non perdere.
redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
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