LE INTERVISTE DEL PASSAPAROLA DEI LIBRI – L’Orma Editore

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IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato “Marco Federici Solari e Lorenzo Flabbi, editori delL’orma”.

– Presentatevi ai nostri lettori. Come nasce la vostra casa editrice, come si è sviluppata e quali sono gli eventuali piani per il futuro?

L'Orma Editore L’orma è nata per un concorso di considerazioni e slanci. Scegliamo due motivi, uno di carattere pubblico e uno più privato: il primo risiede nel desiderio di non restare isolati in alcune fasi dell’amministrazione del sapere, e quindi vincere una forma di claustrofobia che può talvolta prendere chi fondamentalmente vede nello studio la sua principale funzione sociale (studenti, ricercatori, docenti, scrittori, cani sciolti della cultura); il secondo era far nascere dall’amicizia che lega noi due editori, Marco Federici Solari e Lorenzo Flabbi, per noi così profonda e prolifica, qualcosa di condivisibile anche all’esterno, coniugando quindi gli affetti con una professione aperta al mondo.

Con L’orma abbiamo anche voluto fare in modo di spostare nel lavoro editoriale il tentativo di elaborazione della complessità che ci viene dalla nostra esperienza di ricerca letteraria. L’aspetto più avvilente del mainstream è la sua tendenza a ridurre il pubblico a una realtà omogenea, sempre uguale a se stessa, sia in spiaggia che al lavoro, sia nei momenti di euforia che in quelli di disperazione, uniformando non soltanto i diversi individui tra di loro, ma soprattutto le differenti emozioni e ragionamenti presenti nella vita di ciascun individuo. Noi sentiremmo di aver raggiunto un obiettivo quando chi leggerà i nostri libri, chi li avrà scritti, tradotti, corretti, promossi e stampati con noi potrà dire: oggi mi sembra che il mondo sia un po’ più grande di prima.

Annie Arnaux Dall’ottobre 2012, quando sono usciti in libreria i nostri primi libri, a oggi L’orma ha preso strade editoriali che all’inizio non prevedevamo potessero diventare così importanti, come per esempio lo scavo sulla memoria, il tempo che lega il passato al nostro presente; e ha avuto la ventura di affermarsi – ci pare di poterlo dire – come una realtà autorevole per chi è interessato alla letteratura francese e tedesca in Italia, anche grazie al lavoro svolto sulla traduzione, per il quale abbiamo ricevuto prestigiosi e graditissimi riconoscimenti (da ultimi, il premio Stendhal e il premio della Classifica di qualità del «Corriere della Sera» assegnati a Lorenzo Flabbi per le traduzioni di Annie Ernaux).

Il prossimo futuro, per noi, vedrà in particolare una significativa novità: una nuova collana, I Trabucchi, dedicata a testi in lingua italiana, il cui primo titolo sarà Il gatto di piazza Wagner di Diego Lanza: il libro postumo di un grande grecista che con una voce di rara sensibilità ci regala il racconto autobiografico di una giovinezza milanese tra il Fascismo e gli anni Sessanta, oltre che di una città e di un Paese intero in vivace fermento.

 

– A che tipo di lettori si rivolge?  

Speriamo, e crediamo, che non ci sia in noi nessuna forma di snobismo, ed è dunque naturale che ci starebbe stretta la veste degli editori elitari, programmaticamente rivolti a una comunità di creature simili o uguali a noi. Crediamo, con convinzione, che siano molte le persone che hanno sete di proposte serie, articolate, non infantilizzanti, belle. “Ciò che si muove in Europa” (che è una delle formule che abbiamo scelto per delineare ciò a cui vogliamo contribuire a dar voce) è interessante proprio perché plurale, disomogeneo, variegato nella lingua e nel pensiero. Francia e Germania sono i territori in cui abbiamo vissuto, quelli in cui si è maggiormente allargata anche la nostra comunità di affetti e di competenze, ed è da lì che vogliamo cominciare a raccontare il mondo, o più che altro a condividere con i lettori alcuni strumenti per interpretarlo. Speriamo di arrivare, anche solo occasionalmente, a qualunque interlocutore sia interessato al mondo delle idee e della lingua che le esprime.

– Qual è il titolo, l’autore oppure il progetto editoriale al quale siete più affezionati e perché?

Potremmo citare innanzitutto gli autori su cui si è incardinato il nostro progetto editoriale: Annie Ernaux e Uwe Johnson.

La prima è una scrittrice straordinaria, di una precisione stilistica e un rigore morale davvero rari. Leggerla equivale a ridiscutere per intero le nostre idee ricevute, e al contempo a mettere a fuoco i fenomeni della realtà con una lente ulteriore, tecnologicamente più avanzata, per così dire, capace di restituire i profili delle cose del mondo – gli eventi, i fenomeni sociali, i moti dell’universo interiore – con una nitidezza mai sperimentata prima.

Il secondo è un altro autore capace di modificare il nostro sguardo sul reale. La sua opera maggiore, I giorni e gli anni, è un libro decisivo che ha esercitato un’influenza incalcolabile sulle successive generazioni di scrittori tedeschi. Scritto in più di un decennio attraverso gli anni Settanta del Novecento, è un affresco meraviglioso che interpella il nostro presente quanto quello dell’annus mirabilis, il 1968, in cui si svolgono i fatti narrati.

 

Se dovessimo fare un altro nome, un po’ fuori classifica, diremmo forse E.T.A. Hoffmann, di cui stiamo pubblicando un’opera omnia che mancava nel panorama editoriale italiano: la “Hoffmanniana”. Diretta da Matteo Galli, germanista tra i più autorevoli in Italia e massimo esperto di questo mostro sacro della letteratura tedesca, questa collana si cimenta nell’edizione completa di un classico portando nella cura degli apparati una netta esigenza di innovazione. Il quinto, corposo (e atteso) volume sarà I confratelli di San Serapione: una riedizione frutto di un lavoro d’équipe senza precedenti.

– In Italia si legge poco, così dicono le statistiche. Secondo voi è vero e perché e cosa si poterebbe fare per invertire la tendenza?

L'orma Editore Recensioni Libri e News UnLibroLe statistiche servono a fotografare delle situazioni in maniera il più possibile oggettiva, e quindi sono spesso incontrovertibili. Tuttavia non bisogna farne un feticcio. Del resto la quantità non è l’unico indice di valore che conta, quando si parla di lettura e di cultura in senso lato. Si può essere assidui frequentatori di biblioteche o di banchetti dell’usato, e restare del tutto fuori dal radar di questo genere di indagini. D’altro canto, è un fatto che in altre nazioni europee – su tutte la Francia e la Germania, per rimanere alle nostre zone d’elezione – si comprano molti più libri, e quindi, verosimilmente, si legge anche di più. Cosa fare per invertire la tendenza? Probabilmente la strada maestra è quella rappresentata dalla scuola, centro d’irradiazione di intelligenza e socialità che, per vie dirette o traverse, può scardinare situazioni sfavorevoli, innescare curiosità, ristabilire gerarchie, avviare passioni.

 

–  Cosa ne pensate delle vendite online che stanno sempre più prendendo il posto delle librerie tradizionali?  

Internet è uno dei canali per cui – insieme a tante altre cose – passa la cultura oggi; nessuna demonizzazione, quindi, delle librerie online, senz’altro utili soprattutto in alcune realtà di provincia meno servite. Restiamo tuttavia convinti che la partita maggiore continui a giocarsi nelle librerie, dove librai attenti ed esperti sono in grado di individuare i libri più interessanti e di proporli con amorevole cura ai loro clienti.

– Qual è il vostro rapporto con i social, con quale strategia li usate e se ne traete dei vantaggi ?

I social ricoprono oggi un’importanza fondamentale, tanto per Chiara Ferragni quanto per una casa editrice di progetto come la nostra. Noi cerchiamo di usare Facebook, Instagram e Twitter mantenendo un profilo piuttosto sobrio, ma partecipe. Possiamo dire di essere seguiti con affetto e curiosità da migliaia di lettrici e lettori, e ciò costituisce senz’altro un motivo di grande soddisfazione per noi.

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