IL PASSAPAROLA DEI LIBRI ha intervistato Elena Molini, titolare della “Piccola Farmacia Letteraria”, libreria a Firenze appena inaugurata e già diventata un caso mediatico.
Ci parli un po’ di lei, di cosa faceva prima di iniziare questa attività e di come le è venuta l’idea geniale di chiamare la libreria “Piccola farmacia letteraria”?
Quindi i suoi clienti sono tutti malati in cerca di letture terapeutiche, ci faccia qualche esempio particolare di malattia e del romanzo con cui si può curare ?
A volte entrano con l’idea di trovare una cura precisa, altre volte si lasciano ispirare da quello che trovano sugli scaffali. Per esempio alle donne che sono uscite con sofferenza da una relazione d’amore suggerisco la raccolta di poesie ‘Milk and honey’ di Rupi Kaur: un inno all’accettazione di se stesse.
E se le capita un malato immaginario cosa le consiglia ?
Forse la guida di sopravvivenza per ipocondriaci “Guarire la malattia che non c’è” di Hans Morschitzky e Thomas Hartl.
Lettori si nasce o si diventa?
Credo si possa diventare lettori a tutte le età, conoscono tantissime persone che hanno iniziato a leggere da adulte e non hanno più smesso. Mi piace pensare che forse la lettura arriva quando hai bisogno di lei, magari cerchi conforto in un periodo buio, ti rifugi nelle parole e nelle emozioni che qualcun’altro ha provato prima di te e ha descritto benissimo.
Essere librai nel 2019: che cosa è cambiato nel mestiere del libraio e nel ruolo del lettore, negli ultimi anni?
Penso sia importante innovarsi perché il mercato è cambiato negli ultimi anni. Non ha senso fare la lotta ad Amazon, bisogna sfruttare il patrimonio più prezioso che abbiamo: la nostra conoscenza e la nostra esperienza e capire così come differenziarci.
Lettura e reti sociali: che cosa ne pensate di questo binomio? Si può essere “social” continuando a essere lettori? Le reti sociali hanno già avuto un forte impatto sulla sua idea di libreria, come pensa di gestire il fenomeno per il prossimo futuro?
Non mi aspettavo un successo anche così ‘social’ per la mia libreria, infatti mi sto facendo dare una mano da una social media manager per star dietro a tutto e soprattutto a mantenere un dialogo costante con tutti i clienti, anche quelli più lontani. In questo caso i social ci avvicinano, si creano scambi bellissimi e collaborazioni anche a distanza, perciò si può essere anche lettori ‘social’.
Nel nostro gruppo ci sono titoli che ormai hanno raggiunto lo stato di “libri di culto” o veri e propri tormentoni, come Il caso di Harry Quebert o la Saga dei Cazalet, non sempre a causa della loro qualità artistica ma grazie, soprattutto, a un passaparola costante sulle reti sociali: quali sono i titoli il cui successo vi ha maggiormente stupito e che idea vi siete fatti del motivo di questo successo?
Probabilmente il caso di Kent Haruf che, già pubblicato prima con Rizzoli, è esploso completamente solo NN Editore che ci ha fatto una traduzione bellissima ed è diventato un grande classico.
Qual è il titolo che, secondo lei, diventerà il prossimo “tormentone”?
Forse “Serotonina” di Michel Houellebecq.
In molti, sul nostro gruppo, si lamentano del fatto che è diventato molto difficile invogliare alle lettura i giovanissimi: in base alla sua esperienza è vero che i ragazzi leggono sempre di meno? Esiste una strategia che scrittori, librerie, case editrici o chiunque abbia a che fare con giovani lettori potrebbe utilizzare per interessarli di più?
Io credo che non bisogna forzarli e spingerli alla lettura come se fosse una medicina cattiva che bisogna prendere a tutti i costi. Bisogna incuriosirli e lasciarli liberi di avvicinarsi ai libri anche attraverso strumenti digitali che usano ogni giorno.
Come vi ponete nei confronti della lettura digitale? La considerate una risorsa o una minaccia per la vostra attività e per il futuro dell’editoria?
La lettura digitale è utile, è una grande risorsa… perché una minaccia? Oggettivamente è molto comoda, per chi viaggia spesso, per chi vuole sfruttare gli spazi diversamente. E poi ci sarà sempre il lettore che preferisce i libri cartacei e vorrà tenerli come una collezione preziosa.
Commenta per primo