LE INVISIBILI, di G. Genisi, M. Oliva, M. Venezia, G. Verasani (Rizzoli – luglio 2022)
Leggendo questo libro, che poi è una piccola raccolta di soli 4 racconti, ho avuto diverse conferme.
La prima è che il racconto epistolare mi affascina. Ho cercato di ricordare le raccolte di lettere che mi sono capitate sotto gli occhi negli anni ed è proprio così: mi sono piaciute tutte, nonostante i temi e la “pesantezza” del testo molto diversa a seconda della raccolta. Anche tra questi, ovviamente, c’è una lettera e l’ho adorata.
Ho già quindi svelato, per chi lo ha letto o lo leggerà, chi fra queste autrici ho preferito di più.
La seconda conferma è che c’è un conflitto atavico tra me e le raccolte di racconti e in poche occasioni ho avuto modo di ricredermi. In questo caso no: mi resta poco quando finisco e soprattutto, quando individuo il filo conduttore, non mi entusiasmano più.
Terza conferma: quando cerchi di scrivere un qualcosa di “provocatorio” prendendo di punta gli stereotipi, finisci per caderci dentro fino al collo. Purtroppo anche qui sono sicura che l’intento fosse quello di dare voce a queste “invisibili”, ma il risultato è che sono diventate ancora più anonime di quanto fossero prima.
Dalla figura dell’ostetrica anziana, che urlava spazio per esprimersi, relegata a due misere pagine, all’ugola d’oro che è un ritratto piatto dei sogni infranti, alla Maria che trasuda umanità da tutti i pori, che quanto meno ha potuto raccontare, all’arrendevole succube il cui silenzio non parla nemmeno a noi all’esterno.
Quarta conferma: i racconti sono troppo brevi e i personaggi restano superficiali. In realtà, per fortuna, mi è capitato almeno su questo, di essere smentita. Ho letto racconti brevi notevoli e molto profondi… purtroppo non in questo caso.
Esperienza, al momento, da dimenticare.
C’è da spezzare, però, una lancia in favore di queste scrittrici: la stoffa si avverte al punto da spingermi a segnarmi alcuni titoli da andare a cercare. Voglio leggere i romanzi perché di sicuro hanno qualcosa in più da dire.
La raccolta non si salva, le scrittrici sì.
Non è tutto così nero come sembra.
Non posso augurarvi buona lettura ma fate come me: cercate altri titoli, non fermatevi a questi.
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