LE MALERBE Keum Suk Gendry-Kim

LE MALERBE, di Keum Suk Gendry-Kim (Bao)

L’ennesima potente graphic novel che ci regala questa superba illustratrice.

Questa volta Keum Suk scava nel passato recente coreano riportando alla luce una delle pagine più abominevoli della occupazione giapponese: le comfort women.

Migliaia di giovanissime donne, alcune quasi bambine, rapite o condotte con l’inganno lontane dai propri cari per divenire prostitute nei campi militari giapponesi sparsi tra la Cina, la Corea , le Filippine e molti altri paesi asiatici.

Con lo stile asciutto, in totale bianco e nero e con dialoghi brevi ma perfetti Le malerbe conduce il lettore attraverso la disperata esistenza di una anziana nonnina passata attraverso l’inferno della prostituzione forzata.

Potrebbe sembrare ormai un argomento vecchio e privo di interesse ma basti pensare al fatto che nel 2015 il Giappone ha dovuto scusarsi formalmente con la Corea del Sud per questa pratica inumana e ciò non è assolutamente bastato ai coreani.

Ci sono stati in seguito centinaia di manifestazioni davanti all’ambasciata giapponese per richiedere scuse ad personam rivolte ad ognuno delle sopravvissute e un cospicuo risarcimento monetario.

Come forse è giusto che sia, il ricordo degli anni terribili dell’occupazione giapponese, che ha tentato di distruggere l’identità culturale di un popolo abolendone la lingua, le usanze e addirittura i nomi propri , e’ ancora vivido nei coreani e continua ad essere ciclicamente causa di piccoli e grandi imbarazzi diplomatici tra i due paesi.

Si pensi soltanto che nei due agghiaccianti e mai abbastanza condannati, bombardamenti atomici statunitensi, hanno perso la vita circa cento mila prigionieri coreani. Almeno la metà nell’immediatezza delle esplosioni , l’altra parte per non aver ricevuto cure mediche dal personale giapponese in quanto coreani. Di questo orrore ahimè nessuno fuori dalla Corea ne è a conoscenza o ne discute.

Il grande merito di Le malerbe e ‘ proprio quello di indagare su un periodo oscuro di un paese che oggi comincia ad essere conosciuto per il k pop, i k drama e il cibo ma nasconde tra le sue pieghe profonde tremende ferite che meritano rispetto e conoscenza.

P.S. Consiglio a chi abbia in programma un viaggio a Seoul di visitare. The War and Women’s Human Rights Museum

20 World Cup buk-ro 11-gil, Mapo-gu, Seoul, Corea del Sud

Qui potrete trovare tutte le testimonianze storiche fotografiche di ciò che è stato l’abominio delle comfort women coreane.

Ovviamente, anche per la realizzazione di questo museo è intercorsa una lunga e inopportuna guerra diplomatica tra una Corea che voleva ricordare e un Giappone che preferisce dimenticare.

Recensione di Annachiara Falchetti

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