Le mie letture: i libri del 2020 secondo Chiara Vicomario
La fine dell’anno è sempre tempo di bilanci: ci sono i lettori voraci (30, 40, 50 libri) e poi ci sono io (solo 12) che non saprei come definirmi. Io leggo in base all’umore, al tempo che ho a disposizione, ma soprattutto leggo di tutto: gialli, romanzi storici, classici, romance, libri più o meno impegnati.
E anche in questo 2020 appena concluso è stato così. Non sempre ciò che ho letto mi è piaciuto ( Alessia Gazzola ” Una lunga estate crudele” è stata una lettura insipida e inutile) c’è stato anche qualcosa di particolarmente noioso (Bernard Cornwell ” il cavaliere nero” da leggere solo se preceduto da “l’arciere del re “, altrimenti i temi trattati non risultano chiari). Sono incappata anche in libri con recensioni positive ed entusiastiche (Rosamunde Pilcher “I cercatori di conchiglie“), ma che mi hanno trasmesso poco.
Ci sono stati i libri letti perché suggeriti nel gruppo, che mi hanno fatto conoscere autori nuovi che vorrei approfondire come Ilaria Tuti con il suo “Fiori sopra l’inferno” che mi ha portato” tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo” quando ero costretta a casa per il lockdown, e Margaret George con ” il re e il suo giullare “, uno dei libri più belli letti in questo 2020.
E poi le varie incursioni in periodi storici differenti: nella Cornovaglia del 1700 (“Ross Poldarck”di Winston Graham)l’ Italia medioevale con due romanzi della Montaldi ( “La ribelle” e “il pane del diavolo” quest’ultimo da leggere con una avvertenza ossia di fare attenzione alle bugie disseminate per tutto il romanzo, dal medioevo ad oggi nulla è cambiato).
E poi il terzo libro della saga di Niccolò che mi ha portato tra l’Italia e Cipro sul finire del 1400 attraverso la lettura di “Stirpe di scorpioni “della Doroty Dunnet, che consiglio perché credo che sia tra le migliori autrici di libri storici. Un libro che mi ha aperto ad un mondo nuovo è stato quello di Azadeh Moaveni ” Viaggio di nozze a Teheran” che mi ha fatto comprendere molto su un paese, l’Iran, di cui ho sentito tanti racconti da persone che lo hanno visitato nell’epoca pre ayatollah Komeini.
Quando ho sentito il bisogno di unire passato e presente mi è stato di aiuto il libro della Kate Morton ” la donna del ritratto” dove luoghi e persone sono strettamente legati. Quando invece ho avuto bisogno di una lettura leggera ho preso in mano Maeve Binchi con il suo “il bosco dei biancospini “e per alcune ore la mia mente si è svuotata dai pensieri. Qui sotto trovate alcune delle copertine. Ora non mi resta che affrontare il 2021 con nuove letture.
Di Chiara Vicomario
Le mie letture: i libri del 2020 secondo Chiara Vicomario
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